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44 | il re lear |
Reg. Preveggo l’arrivo di mia sorella. Nella sua lettera mi diceva che sarebbe venuta qui. — È giunta la vostra signora? (al maggiordomo)
Lear. Questi è uno schiavo, la di cui albagia posa sull’instabile favore di quella ch’ei segue. Lungi da me, sciagurato; lungi dagli occhi miei!
Corn. Che intende dire Vostra Grazia?
Lear. Chi pose in ceppi il mio domestico? Regana, io voglio sperare che tu non abbia avuto parte in ciò. — Chi viene qui? O Cielo (entra Gonerilla), se tu ami i vecchi; se la dolcezza del tuo governo comanda e consacra l’obbedienza filiale, se tu stesso, non che gli anni, i secoli vedesti trascorrere; difendi la tua causa nella mia. Oh! non arrossisci tu (a Gon.) all’aspetto di questi bianchi capelli? E tu, Regana, tu stringi colla tua mano la sua?
Gon. Perchè non dovrebbe farlo, signore? Quali colpe ho io? Sono forse offese tutte quelle che l’indiscrezione o la follia qualifica tali?
Lear. O mio cuore, sei troppo insensibile. Ciò puoi soffrire? — Come avvenne che il mio uomo fosse posto in ferri?
Corn. Io fui, signore, che ve lo feci porre; e la sua arroganza meritava castigo anche maggiore.
Lear. Voi! voi! diceste?
Reg. Ve ne prego, padre, essendo debole di mente, lasciatevi condurre. — Se, finchè il mese sia spirato, volete tornare da mia sorella, licenziate una metà del vostro seguito e venite quindi da me. Ora sono assente da casa mia, nè v’avrei provvigioni necessarie per intrattenervi.
Lear. Tornar da lei, e licenziare una metà del mio seguito! No; piuttosto rinunzierei ad ogni tetto, e preferirei d’essere esposto alle ingiurie dell’aria, avendo a compagni il lupo e l’uccello della notte, in preda alle più dure necessità. — Tornar da lei? perchè non piuttosto andrei da quell’impetuoso re di Francia, che prese senza dote la mia figlia minore, e là inginocchiato ai piedi del suo trono, nol supplicherei d’accordarmi quel soldo che accorda a’ suoi scudieri? Tornar da lei? oh che non cerchi di persuadermi invece d’andare a servire quel detestato palafreniere (guardando il maggiordomo) in qualità di schiavo da soma?
Gon. A vostra scelta, signore.
Lear. Pregoti, figlia, non farmi perdere la ragione; io non vuo’ darti alcun fastidio: mia figlia, addio. Non più ci vedremo, non