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atto terzo 187

Marte ancora in culla, quell’eroe balbettante battè il gran Douglas, e svanì le di lui opere; ei lo fece una volta prigioniero per rimetterlo poscia in libertà, e crearsene un amico che oggi lo serve e ci sfida, e minaccia di sovvertire il nostro trono. Che rispondi a ciò? Percy, Northumberland, l’arcivescovo di York, Douglas, Mortimero, s’uniscono contro di noi e stanno già in armi. Ma perchè t’istruisco io di tali novelle? Perchè, Enrico, parlo io a te de’ miei nemici, a te che ne sei il più fatale, quantunque più presso al mio seno; a te che, per un timor servile, per una vile inclinazione o per una bizzarrìa del tuo carattere corrotto, non tarderai a ricevere gli stipendi di Percy, per combattere tuo padre, lambendo i piedi di quell’eroe, piaggiando al suo corruccio, e mostrando fino a qual segno sii degenerato?

P. Enr. Non vogliate crederlo: non mai vedrete arrivare un tale istante: e perdoni il cielo a coloro che dispersero sì lungi da me la stima e il cuore di Vostra Maestà! La testa di Percy sconterà tutti questi rimproveri; e al finir di un glorioso giorno oserò dirvi che son vostro figlio, presentandomi a voi livido di ferite, col viso coperto di sangue. Tal sangue terso una volta porterà con sè e cancellerà ogni mia vergogna passata. E quel giorno sarà lo stesso, qualunque sia il tempo nel quale venga, in cui quel giovine figlio della gloria e della fama, quel prode Hotspur, quel cavaliere oggetto di tutte le lodi e il vostro Enrico, al quale più non si pensa, si scontreranno. Sì, fossero tutti gli onori accumulati a migliaia sopra il tuo elmo, e ogni ignominia pesasse sulla mia testa, verrebbe tempo, in cui forzerei quel giovine guerriero del nord ad arrischiar tutta la gloria delle sue imprese contro le vergogne della mia vita. Mio buon sovrano, Percy non è che mio agente; tutta la gloria ch’ei raccoglie l’accumula per me e gliene farò rendere conto sì stretto che converrà mi ceda ad uno ad uno tutti i suoi onori fino all’ultimo, fino al più inavvertito. Ecco ciò ch’io prometto in faccia al cielo: e se il cielo mi seconda, scongiuro Vostra Maestà, onde quest’opera valga ad espiare la mia giovinezza e a rimarginare le piaghe della mia cattiva condotta. Se non riesco al mio intento, la vita cessando spegne con sè tutti gli obblighi e i doveri, e patirei mille morti prima che violare questo giuramento.

Enr. Per esso moriranno centomila ribelli. Tu sarai preposto a questa guerra, e avrai tutta la mia fiducia. (entra Blunt) Ebbene, buon Blunt? I tuoi sguardi spirano l’impazienza.

Blunt. Gravi sono le cure di cui vengo a intrattenervi. Mortimero di Scozia ne fa istrutti che Douglas e i ribelli si congiunsero