Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/533

186 re enrico iv — parte prima

pelle con sollecitudine pari a quella di ogni altro. Voi urlaste correndo misericordia, muggiste come un toro. — Ora, non sei tu un gran miserabile, avendo, come hai fatto, spuntata la tua spada, per venirci a narrare che tal cosa accadde mercè il tuo gran valore? Quale stratagemma, quale menzogna avrai per sottrarti alla tua onta così manifesta?

Poins. Udiamo, Giovanni; che cosa sai rispondere?

Fal. Pel Signore, vi avevo riconosciuti, come quegli che vi ha fatto. Ora, ascoltate un poco, miei signori. Avrei io dovuto uccidere l’erede di questo trono! Dovevo io combattere contro il principe legittimo? Voi ben sapete ch’io son prode come Ercole: ma anche per solo istinto il leone non azzannerebbe un discendente di re1. L’istinto è una bella cosa; è per istinto ch’io fui timido; non ne avrò che miglior opinione di me e di te finchè vivrò; di me come leone coraggioso, di te come vero principe. Ma infine, figli miei, son ben lieto che voi abbiate il denaro. Albergatrice, serrate le porte, vigilate questa notte, e pregherete dimani. Voi, amabili giovani, garzoni onesti e amanti della gioia, cuori sinceri, a voi si competono tutti i titoli delle elette brigate. Ebbene, starem lieti stanotte? Improvviseremo una commedia?

P. Enr. Di buon cuore; e l’argomento sarà la tua fuga.

Fal. Ah! Non più di ciò, Enrico, se mi ami.

(entra l’ostessa)

Ost. Milord..... principe.....

P. Enr. Ebbene, madonna albergatrice, che mi di’ tu?

Ost. Signore, vi è un nobile della corte che vuol parlarvi: dice che viene per conto di vostro padre.

P. Enr. Dategli quello che occorre per farne un uomo regio2, e rimandatelo dalla mia genitrice.

Fal. Che uomo è cotesto?

Ost. Un uomo vecchio.

Fal. Che fa la gravità di un vecchio fuor del suo letto a mezzanotte? Debbo io andargli a rispondere?

P. Enr. Fallo, Giovanni, te ne prego.

Fal. In verità, lo rimanderò con un buon sacco.     (esce)


  1. Opinione popolare.
  2. Allude forse alla corona, moneta da pochi soldi.