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184 re enrico iv — parte prima


Gad. Noi quattro piombammo sopra alcune dozzine.....

Fal. Almeno sedici, milord.

Gad. E legati gli avevamo.

Pit. No, no, legati non erano.

Fal. Che dici tu, miserabile? Erano tutti legati senza eccezione d’alcuno, o io mi sono un Giudeo, un samaritano Giudeo.

Gad. Mentre eravamo intenti a dividerci le spoglie, altri sei o sette uomini riposati ci si avventarono sopra.....

Fal. E slegarono gli altri che si unirono tosto ad essi.

P. Enr. Come! Combatteste voi dunque contro tutti?

Fal. Tutti? Non so cosa vogliate significare, ma se non ho lottato almeno contro una cinquantina di loro, vuo’ diventare un letamaio. Se non ve n’erano cinquantadue o cinquantatre sul povero vecchio Giovanni, che io non sia più un bipede.

Pit. Prego il Cielo perchè non ne abbiate ucciso alcuno.

Fal. Oh, tal preghiera vien troppo tardi! Ne ho conciati due: sono sicuro di averne ben conciati due, due malandrini vestiti di traliccio. Enrico, s’io mento, sputami in viso: chiamami cavallo. Tu sai bene com’io schermisca! Me ne stavo dunque in guardia colla spada così diritta, allorchè quattro di coloro mi vennero sopra.

P. Enr. Come quattro? Dianzi dicesti due.

Fal. Quattro, Enrico: dissi quattro.

Poins. Sì, ha detto quattro.

Fal. Quei quattro si presentarono di fronte, e intendevano sopratutto a me, del che io punto non mi curai, ma feci convergere sopra il mio scudo le loro sette punte.

P. Enr. Sette? Se pur vuo’ non ve n’erano che quattro.

Fal. In traliccio.

Poins. Sì, quattro vestiti in traliccio.

Fal. Sette, dico io per quest’elsa, o vuo’ essere uno scellerato.

P. Enr. Pregoti, lascialo dire; godrem di più fra poco. (sommessamente a Poins)

Fal. Mi odi tu Enrico?

P. Enr. Sì, e fo i miei appunti ancora, Giovanni.

Fal. Non obliarlo, perocchè ciò val il pregio di essere udito. Quei nove dunque vestiti di traliccio, di cui accennavo.....

P. Enr. Eccone due di più.