Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/523

176 enrico iv — parte prima

qui! Su, maiali, su! Vorreste forse che i giovani non vivessero! Voi siete giudici di pace, dite! Vi faremo giurare sull’anima nostra. (tutti i ladri escono conducendo i viaggiatori; rientra il principe Enrico e Poins)

P. Enr. I ladri hanno legate quelle oneste persone: ora, se noi potessimo rubare ai ladri e andarcene a Londra, vi sarebbe materia di sollazzo per una settimana; sì, rider se ne potrebbe tutta la vita.

Poins. Ascondiamoci, li odo venire. (rientrano i ladri)

Fal. Animo, miei signori, dividiamo il bottino e risaliamo a cavallo prima che spunti il di. Se il Principe e Poins non sono due veri codardi, non è vi equità nel mondo: non v’è maggior valore in Poins che in un’oca selvatica.

P. Enr. La borsa.

Poins. Scellerati. (avventandosi sopra di loro, che dopo aver ricambiati alcuni colpi, fuggono abbandonando il bottino).

P. Enr. Non faticammo molto per averlo. Ora, allegri e a cavallo. I ladri sono dispersi e così pieni di spavento, che non osano neppure ravvicinarsi l’uno all’altro: ognuno prende il suo compagno per lo sceriffo. Partiamo, buon Ned. Falstaff suda sangue e ingrassa ad ogni passo questa sterile terra. Se il riso non me lo vietasse ne avrei pietà.

Poins. Come ruggiva il malandrino! (escono)

SCENA III.

Warkworth. — Una stanza nel castello.

Entra Hotspur leggendo una lettera.

Hot. Quanto a me, milord, sarei ben lieto di farne parte per l’affezione che porto alla casa vostra. — Sarebbe lieto? E perchè non lo è? Per l’affezione che porta alla nostra casa? Si vede bene ch’egli ama ancor più la sua nobiltà. — Continuiamo: l’impresa che tentate è pericolosa. È vero: ma pericoloso ancora è l’esporsi al freddo: pericolo il