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146 enrico iv

dirvi che Togliamo compierlo; nè tale è il motivo che oggi ne raduna. — Westmoreland, caro cugino, istruitemi di ciò che fa decretato iersera nel nostro consiglio per affrettare una spedizione sì cara.

West. Mio sovrano, tale impresa venne vivamente discussa, e ventilaronsi molti disegni, che interrotti furono dall’arrivo di un corriere di Galles, recante sinistre novelle. La peggiore di queste è che il nobile Mortimero, avendo guidati gli uomini di Hereford a battaglia contro l’impetuoso e feroce Glendower, è caduto prigioniero fra le terribili mani di quel Gallese. Mille de’ suoi sono stati uccisi, e le spietate femmine di quel paese hanno fatto ai cadaveri mutilazioni sì crudeli, insulti sì empi, che ridirsi non possono senza orrore.

Enr. Certo che la novella di tal rotta troncò la discussione della nostra corsa in Palestina.

West. Sì, mio principe, questa novella congiunta ad altre; avvegnachè ne vennero dal Nord di più triste e dolorose ancora: e queste vuo’ dirvi. Il giorno dell’esaltazione della santa Croce il prode Hotspur, il giovine Enrico Percy e il valente Archibaldo, quel generoso scozzese splendido sempre di gloria, sono venuti in Holmedon a grave e sanguinoso scontro. Quanto all’esito, è come se la novella ci fosse stata recata dal rumore delle scariche dei loro archibugi, e che da lungi avessimo giudicato il combattimento; perocchè il corriere è partito a cavallo, nel momento più caldo della lotta, incerto da qual lato si sarebbe fermata la vittoria.

Enr. Noi abbiamo qui uno de’ nostri amici più cari, più fedeli e più operosi, sir Gualtiero Blunt, che scese testò dal suo cavallo, tinto ancora delle sabbie di differente colore che ha traversate da Holmedon fino a questi luoghi: ed ei ne ha recate novelle liete e felici. Il conte Douglas è vinto senza speranza di riscatto. Gualtiero ha veduto diecimila prodi Scozzesi è gran numero di cavalieri, ammonticchiati nelle pianure di Holmedon, bagnati nel loro sangue. Hotspur ha fatto prigioniero Mordake, conte di Fife, il primogenito del vinto Douglas, nonchè i conti di Athol, di Murray, d’Angus e di Mentheith. Non sono queste onorevoli spoglie, ricche conquiste, cugino?

West. Sì, invero, una tale conquista inorgoglierebbe un principe.

Enr. Un principe? Mi riesce dolorosa la vostra risposta. Voi aprite la mia anima all’ingiusto sentimento dell’invidia, facendomi notare come Northumberland sia padre d’un giovine, sog-