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atto quinto 137

il loro obbrobrio, certi che altri prima di loro vi si sono assisi, e che altri ancora vi si assideranno dopo. Con tal pensiero e’ trovano una specie di refrigerio, rigettando le loro vergogne sul dosso di quelli che hanno subìto, prima di loro, la medesima sorte. Così è che nella solitudine della mia prigione io mi moltiplico e rappresento con me solo un intero popolo, ogni individuo del quale non è contento del proprio stato. Qualche volta son re, e allora il tradimento mi fa desiderare di essere mendico, e mi fa mendico: ma la dolorosa indigenza mi persuade poscia, che meno infelice ero essendo re, onde risalgo sul trono. A tale venato rimembro che fui deposto da Bolingbroke e che perciò nulla sono: ma qualunque io mi sia, nè io nè alcun uomo, se più che uomo non è, non sarà mai soddisfatto di nulla fino a che non si consolato di ogni male cessando di esistere. — Or che è quello che io odo?..... Di dove vengono questi suoni armoniosi?..... Conservate il tempo. — La musica più melodiosa riesce disaggradevole da che il tempo non è serbato e i concenti non han misura. Lo stesso accade nell’armonia della vita umana. Io, di cui l’orecchio è sì delicato da sentire le mende di questo istrumento, non ebbi senso bastante per rilevare i disordini che turbavano i miei Stati e la mia vita, sicchè perdei il tempo, ed ora il tempo m’infastidisce. Ma invano segno colle lagrime e i gemiti le ore e i minuti che scorrono nella gioia per l’orgoglioso Bolingbroke, e con gl’istanti del mio dolore misuro invano quelli della sua prosperità. Questa musica mi rende furioso; ch’ella cessi tosto. Se qualche volta richiamò gl’insensati alla ragione, a me sembra che dovesse operare il contrario. Nondimeno scenda la benedizione del Cielo sopra colui che me ne è largo! Cotesto è un tributo di amicizia; e l’amicizia per Riccardo è un tesoro ben raro in questo mondo, in cui sono universalmente odiato. (entra un Groom)

Groom. Salute, real principe.

Ricc. Grazie, nobile pari; il migliore di noi non vale dieci scellini. Chi sei tu? E come vieni qui? Qui dove alcun uomo non entra, tranne l’infausto carceriere che mi reca un po’ di cibo, onde prolungare questa vita di dolore?

Groom. Ero un povero servo delle tue scuderie, o re, allorchè tu regnavi. Viaggiando verso York, ho, dopo molte fatiche, ottenuto il permesso di rimirare il volto del mio antico signore. Oh, come il mio cuore fu straziato, quando scorsi per le vie di Londra, nel giorno dell’incoronazione, Bolingbroke, montato sul famoso ginnetto di cui voi stesso solevate servirvi, e ch’io alimentavo ogni giorno con tanta cura!