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130 vita e morte del re riccardo ii

loro avidi sguardi sul volto del duca; e che tutte le muraglie, come tela piena di personaggi parlanti, esclamassero in pari tempo: benedica Iddio Bolingbroke! Egli, col capo scoperto e umiliato fino al collo del suo superbo cavallo, non cessava di ripetere: Grazie ve ne siano, miei compatrioti; e così adoprando proseguiva la sua via.

Duch. Oimè, povero Riccardo! Dove era egli allora?

York. Come in un teatro, quando un attore diletto al pubblico lascia la scena, gli occhi degli spettatori si volgono con negligenza sopra quello che gli succede, credendosi che la sua inutile parte non recherà che noia e fastidio; così e con più disprezzo ancora gli occhi del popolo si arrestavano di mala voglia sopra Riccardo. Non un solo ha gridato: Iddio lo salvi. Non una voce consolatrice lo ha salutato, ma la polvere cadeva unicamente in larga copia sulla sua tetta sacra, intantochè egli tranquillo la scuoteva da sè con dolce rassegnazione. I suoi pianti e il suo sorriso si mescolavano sopra il suo volto, e attestavano in pari tempo il suo dolore e la sua pazienza; spettacolo tanto commovente, che se Iddio per qualche gran fine non avesse mutato in ferro i cuori del popolo, essi sarebbero stati costretti d’intenerirsi; che la barbarie medesima avrebbe di lui sentito pietà. Ma la mano del Cielo è visibile in questi avvenimenti, e noi sommettiamo alla sua volontà suprema i nostri cuori rassegnati e soddisfatti. La nostra fede di sudditi è ora giurata a Bolingbroke, ed io mi consacro per sempre a difendere il suo onore e la sua gloria.     (entra Aumerle)

Duch. Viene mio figlio Aumerle.

York. Ei fu Aumerle un tempo, ma ha perduto questo titolo per essere amico di Riccardo, e conviene oramai, signora, che lo chiamate Rutland. Son guarante dinanzi al Parlamento della sua fedeltà e della sua intangibile affezione al nuovo re.

Duch. Sii il benvenuto, mio figlio. Quali son le boccie che fioriscono e si innalzano sul seno verdeggiante di questa vaga primavera?

Aum. Madonna, lo ignoro e non le curo. Dio sa, che amerei meglio non esserne, che esserne una.

York. Bene sta: però comportatevi sempre con prudenza in questa nuova stagione, per tema di essere mietuto prima del fiore de’ vostri anni. Quali novelle di Oxford? Le giostre e i torncamenti continuano ancora?

Aum. Sì, milord, per quanto almeno ne so.

York. Là andrete voi pure, io credo?