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126 | vita e morte del re riccardo ii |
Boling. Dove?
Ricc. Dovunque vorrete, purchè sia lungi dalla vostra presenza.
Boling. Ite; qualcuno di voi lo conduca alla Torre.
Ricc. Bene sta! Lo conduca! — Siete tutti giullari voi che vi inalzate sì alacri alla caduta di un legittimo re. (esce con alcuni lôrdi e le guardie)
Boling. Al prossimo mercoledì fermiamo il solenne nostro incoronamento. A ciò, o lôrdi, apparecchiatevi. (escono tutti, tranne l’Abate, il vescovo di Carlisle e Aumerle)
Ab. Noi assistemmo a una scena di sventura.
Vesc. Le sventure accadranno dopo. I fanciulli, che non sono ancor nati, espieranno questo dì con crudeli dolori.
Aum. Ministri dei sacri altari, non v’ha egli mezzo per salvare il regno da tanta ignominia?
Ab. Prima ch’io favelli, esigo da voi il giuramento di seppellire in fondo al vostro cuore i miei disegni, e di compiere tutte ciò che potessi divisare. — Veggo che i vostri visi sono pieni di cruccio, i vostri cuori di dolore, e i vostri occhi di lagrime. Venite da me stasera a dividere il mio desco, e vi porrò a parte di un’opera che ci empirà tutti di gioia. (escono)