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122 | vita e morte del re riccardo ii |
del trono da tanti anni, sarà giudicato da un suo soggetto, da un suo subalterno, senza neppur essere presente? Oh Dio! non permettere che in paese cristiano, uomini civili diano al mondo l’esempio di attentato sì odioso e reo! Io parlo a sudditi, ed è un suddito che, animato dall’ispirazione del Cielo, alza la voce per prendere arditamente la difesa del suo re. Milord di Hereford che è qui presente, e che voi chiamate re, è un traditore al legittimo sovrano del superbo Hereford; se lo incoronate, io vi predico che il sangue inglese feconderà queste glebe, e che le generazioni future saranno punite per tanto delitto. La pace andrà a stabilire il suo dolce imperio presso gl’infedeli; e in quest’isola, suo soggiorno naturale, la guerra armerà le famiglie contro le famiglie, i parenti contro i parenti; il tumulto, i disordini, gli orrori e la rivolta abiteranno in questo regno; e questa terra, fatta bianca dalle ossa dei suoi abitatori, verrà chiamata il campo del Golgota. Oh! se voi innalzate una casa regia contro altra casa regia, date luogo alla più fatale rottura che mai funestasse questa contrada. Prevenite tale sventura: opponetevi a tanta ingiustizia: non mai si compia, se non volete che i figli dei vostri figli gridino abbominio contro i loro padri!
Nort. Parlaste assai bene, signore; e in mercede della vostra eloquenza vi sospendiamo qui come colpevole di alto tradimento. — Signore di Westminster, sappiate vegliare su di lui fino al giorno del suo processo. — Volete, o lôrdi, concedere ai Comuni la loro inchiesta?
Boling. Si introduca Riccardo, onde abdichi pubblicamente: allora avremo proceduto colle debite forme e saremo tutelati da ogni rimprovero. (esce)
York. Io lo condurrò.
Boling. Voi, lôrdi, che siete qui arrestati per nostra autorità, date le vostre cauzioni per assicurarci che verrete il giorno in cui dovete risponderci. — Noi dobbiamo assai poco alla vostra affezione (al vescovo) e poco contavamo sul vostro appoggio. (rientra York col re Riccardo, ed ufficiali portanti una corona)
Ricc. Oimè, perchè debbo io comparire dinanzi ad un re prima di aver perduto ogni regio sentimento e l’amore di un trono, su di cui tanto tempo mi assisi? In così breve tempo non ho potuto apprendere a piaggiare, a supplicare, a genuflettere. Date al mio dolore il tempo di avvezzarsi a questo abbassamento. E nondimeno (guardando intorno) io ben ricordo ancora i volti di queste persone..... Non furono esse mie suddite? Non mi dissero più