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atto terzo 117

tempesta in primavera, volge ora alla stagione della caduta delle foglie. Gli sterpi malefici, ch’ei proteggeva colla vasta sua ombra e che lo divorano facendo le lustre di sostentarlo, sono divelti fino dalla radice da Bolingbroke; intendo di Withshire, di Bushy e di Green.

Op. Che! Son essi morti?

Giard. Sono morti, e Bolingbroke ha fatto prigioniero il re dissipatore. — Oh! quale sventura ch’egli non abbia coltivato il suo regno, come noi abbiamo coltivato questo giardino! Noi, in certa stagione dell’anno, feriam col ferro la tenera radice dei nostri alberi per tema che riboccanti di succhi non periscano vittime della loro ricchezza. S’egli del pari avesse adoperato coi grandi e cogli ambiziosi, essi avrebbero potuto vivere per essere utili, egli per godere dei frutti della loro obbedienza. Noi potiamo tutti i rami soverchi per conservar la vita ai fecondi che rimangono: ove avesse ciò fatto Riccardo, ei cingerebbe quella corona che la sua oziosa indolenza, e il suo lusso rovinoso fecero cadere dalla sua testa.

Op. Che! Credete voi che il re sia deposto?

Giard. Lo è già. La notte scorsa sono venute lettere ad un amico del buon duca di York, recanti novelle infaustissime.

Reg. Oh! io mi sento soffocata dal mio silenzio! Tu, vecchio, posto alla cura di questo giardino (avanzandosi), che mi dai imagine del vecchio Adamo, come la temeraria tua lingua osa ella ridire sì triste novelle? Qual Eva, qual serpente ti ha sedotto per esporti a meritare la tua caduta e a rinnovare sul tuo capo la maledizione proferita sul padre degli umani? perchè asserisci tu che il re Riccardo è deposto? Osi tu, tu che non più nobile sei di questa polvere vile, presagire la sua caduta dal trono? Dimmi, dove, quando e come ti son giunte queste notizie? Rispondimi, miserabile.

Giard. Signora, perdonate. Io non godo nel ripetere tali racconti; ma quel che dico è vero. Il re Riccardo sta sotto la terribile mano di Bolingbroke; le fortune di entrambi sono pesate nella bilancia. Dal lato del vostro sposo non v’è che egli solo e le sue frivolezze che lo rendono anche più lieve: dal lato del gran Bolingbroke sono i Pari dell’Inghilterra che contrastano e vincono il re Riccardo. Fatevi condurre a Londra, e vedrete ivi la verità di quanto asserisco: io non ripeto qui che ciò che tutti sanno.

Reg. Oh avversità, il di cui volo è sì rapido, non era a me che appartenevano le primizie del tuo sinistro messaggio? E l’ultima