Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/473

114 vita e morte del re riccardo ii

role, fin il tempo ci presti amici, e questi amici il soccorsa delle loro spade.

Ricc. Oh Dio! oh Dio! Convien dunque che la mia bocca, che pronunziò sentenza di bando contro quel suddito altero che veggo laggiù, la revochi oggi con detti sì cortesi! Oh! perchè non son io così grande come lo è il mio dolore; o perchè non sono al disotto del titolo che porto, onde poter obliare quello che fui; nè sentir ciò che sono! Pulsi tu feroce, mio cuore? Io te ne darò ben donde: dappoichè i tuoi nemici intendono di avvilirci entrambi.

Aum. Northumberland ritorna da Bolingbroke, signore.

Ricc. Che debbe far ora il re? Debbe sottomettersi? Ebbene, il re si assoggetterà. Debb’essere detronizzato? Lo sia. Debb’ei perdere il titolo di re? In nome di Dio, tal titolo vada disperso! Cangierò i miei diamanti in un rosario, i miei superbi palagi in un eremo, la porpora che mi cuopre nella tunica del mendicante, le mie tazze d’oro in coppe di legno, il mio scettro in un bastone di palma, i miei sudditi in grossolane statue di santi, e il mio vasto regno in una angusta e oscura tomba! forse sarò io sepolto nella pubblica via, in loco dove il piede de’ miei soggetti possa ad ogni istante calpestare il capo del loro sovrano; avvegnachè essi calpestano di già il mio cuore, sebbene io respiri? Questo avvenga; e perchè nol farebbero? Aumerle, tu piangi! Mio tenero e buon cugino! — Oh! piangiamo, piangiamo fino a scavarci una fossa colle lagrime: suscitiamo una tempesta coi nostri pianti dispregiati; essi e i nostri sospiri distruggeranno la messe estiva e recheranno la fame in questa terra ribelle: ovvero irridiamo ai nostri danni, e intendiamo soltanto a farci col pianto il sepolcro, affinchè su di esso venga scritto: qui giacciono due cugini che si scavarono la tomba colle lagrime. Tal male allora volgerà in letizia. — Ma veggo ch’io prorompo in vaniloquii, e divengo schernevole ai tuoi occhi. — Potente principe, (a Nort. che ritorna) lord Northumberland, che dice il re Bolingbroke? Sua Maestà vuol concedere a Riccardo di vivere, finchè Riccardo muoia? Quel profondo saluto mi chiarisce che Bolingbroke dice del sì.

Nort. Signore, ei vi aspetterà nella corte del palazzo per conferire con voi: volete discendere?

Ricc. Sì, discenderò come il lucido Fetonte, lasciando sfuggire le redini di indocili cavalli. — Nella corte? (Nort. torna da Boling.) Un re si umilierà fino a venirne a conferenza con un traditore, fino a fargli grazia! Nella corte? discendiamo, discen-