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96 vita e morte del re riccardo ii

con tre mila uomini da guerra, e si propongono di approdare sulle nostre coste del nord, a cui forse son giunti, se l’aspettativa in cui stanno della partenza del re per l’Irlanda non li ha trattenuti. Se vogliamo dunque scuotere il nostro giogo disonorante, rialzar a volo la caduta nostra patria, riscattar la corona da mani mercenarie, terger la polvere che oscura l’oro del nostro scettro, e rendere alla maestà del trono il suo pristino splendore, partiamo, corriamo tutti a Ravensburg. — Se vacillate ed il timore vi trattiene, ristatevi, conservate il nostro segreto, io v’andrò solo.

Ross. A cavallo, a cavallo! L’incertezza appartiene ai timorosi.

Will. Se il mio corsiero mi seconda, sarò il primo a giunger là.

(escono)


SCENA II.

La stessa. — Una stanza nel palazzo.

Entrano la Regina, Bushy e Bagot.

Bus. Signora, Vostra Maestà si abbandona troppo al dolore; prometteste al re, lasciandolo, di togliervi a questa pericolosa tristezza e di intrattenere la calma e la securità nella vostra anima.

Reg. È vero, lo promisi per piacere al re, ma se segno l’inclinazione che ora sento, non posso attener la mia promessa. Nondimeno non ho altro motivo per abbandonarmi al dolore che la separazione di un consorte così diletto, come lo è per me il mio Riccardo. E parmi di presagire che una sventura non ancor nata, ma che sta per escire dai fianchi della fortuna, mi opprimerà; la mia anima freme internamente al pensiero di questo male che pur non esiste. Sì, sento che ciò che mi contrista è qualche cosa di più che la separazione del mio sposo.

Bus. Ogni dolore ha venti larve che gli rassomigliano e che si cambiano con lui. L’occhio dell’infelice, offuscato dalle lagrime, decompone e moltiplica gli oggetti, e in un solo ne intravede mille. A voi sono note quelle pitture, che, viste di faccia, non offrono che lineamenti confusi, e obbliquamente riguardata presentano forme regolari e distinte: ebbene, la partenza del vostro sposo può del pari contemplarsi in varii punti: quello da cui voi la vedete vi fa scorger mali che non esistono e che non sono che ombre, figlie vane del dolore. Onde, amabile regina, non deplorate che la vostra sola separazione, perocchè non avete alcun