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atto secondo | 95 |
Ross. Ha oppresso il popolo con taglie immense, e ne ha perduto tutto l’amore. Per antiche contese ha condannati i nobili a forti ammende, e così gli manca l’affezione anche di questi.
Will. Ogni giorno nuovi modi di esazioni nuove: doni pattoviti, guerriere imposizioni, ecc., ecc., e so io tutti quei nomi? Ma, pel Cielo, qual uso si fa poi di tanta pecunia?
Nort. Non è la guerra che l’assorbe, ei non ha fatto guerre: ciò che fa è di cedere ad appaltatori, con indegni contratti, il regno che i suoi avi avevano conquistato col loro sangue. Egli ha più speso in pace che essi in tutte le loro guerre.
Ross. Il conte di Wilthshire tiene il regno a nolo!
Will. Il re è fallito come un misero mercatante!
Nort. L’obbrobrio e la distruzione stanno sospese sopra il suo capo!
Ross. Ei non ha danaro per queste guerre d’Irlanda, in onta di tutte le sue enormi taglie, e convien che rapisca, come ladro, i beni del duca bandito!
Nort. Nobile parente: degenere monarca. — Ma, miei lôrdi, noi udiamo il rombo di un’orribile tempesta senza cercare alcun riparo: scorgiamo l’uragano disserrarsi contro le nostre vele senza fare alcun movimento, e acconsentiamo a perire con insensibilità!
Ross. Noi vediamo lo scoglio su di cui stiamo per rompere, e il naufragio è omai fatto inevitabile per la nostra viltà nel non provvedervi.
Nort. Io non dispero però ancora; e nel seno della morte stessa intravedo qualche bagliore di vita. Non oso dire nullameno quanto sia prossima la novella del nostro conforto.
Will. Mettici a parte de’ tuoi pensieri, come noi ti affidiamo i nostri.
Ross. Northumberland, parla con sicurezza; tutti e tre non facciam che uno con te; e le tue parole, accolte nel nostro cervello, saranno pensieri racchiusi ancora nel tuo: appalésati senza timore.
Nort. Ebbene, sia. — Da Portobianco, baia di Brettagna, ho ricevuto avviso che Enrico di Hereford, Reignolt, lord Cobhan, il figlio di Riccardo conte di Arundel, che ultimamente venne a rissa col duca di Exeter, suo fratello, l’antico arcivescovo di Cantorbery, sir Tommaso Erpingham, sir Giovanni Rameston, l’altro Giovanni Norbery, Roberto Waterton e Francesco Quoint, ecc..... che tutti questi lordi, ben provvisti di munizioni dal duca di Brettagna, veleggiano verso l’Inghilterra, sopra otto gran vascelli,