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atto primo | 85 |
dal rimprovero di parzialità; e colla sentenza che proferii mi tolsi la vita.
Ricc. Cugino, addio; e voi, zio, congedatevi egualmente da lui; noi lo esiliamo per sei anni, e convien ch’ei parta. (squillo di trombe; escono Riccardo e il suo seguito)
Aum. Addio, cugino: poichè la vostra presenza non ci farà più conoscere in quali luoghi vi siate, le vostre lettere almeno valgano a dichiararcelo.
Mar. Milord, io non mi accomiato da voi; perchè vi accompagnerò finchè la terra vorrà sostentarci.
Gaunt. Oime! perchè non parli? Perchè non corrispondi alle mostre de’ tuoi amici?
Boling. Non ho bastanti parole per farvi i miei addii; abbastanza non ne ho per dar sfogo al dolore di cui il mio cuore trabocca.
Gaunt. L’esilio che ti affligge non sarà che un’assenza passeggiera.
Boling. Durante tal’assenza, il piacere starà lungi da me; e il dolore mi sarà sempre presso.
Gaunt. Che sono sei inverni? E’ passano ben presto.
Boling. Sì, pei felici; ma la sventura fa di un’ora un giorno.
Gaunt. Immagina sia questo un viaggio che imprendi per tuo diletto.
Boling. Il mio cuore non si lascierà inebbriare da ciò; sentirà ch’è un viaggio forzato e ne gemerà.
Gaunt. Dissipa la tua tristezza, pensando che ogni passo, che ti allontana dalla tua patria, accelera il fortunato istante del tuo ritorno.
Boling. Dite piuttosto che ogni passo che farò, mi ricorderà la vasta distanza che mi separa dagli oggetti che amo. Non dovrò io fare un lungo tirocinio nei paesi stranieri a cui m’incammino? E allorchè alfine avrò racquistata la mia libertà, qual’altra gloria ne avrò, fuorchè di essere stato durante tutto un tal tempo vittima del dolore?
Gaunt. Tutti i luoghi, che l’occhio del Cielo vede, sono pel saggio porti di salvezza e asili di felicità. Afforzati di questo precetto nel tuo inevitabile destino. Mio figlio, non vi sono virtù che pareggino la necessità. Induciti a credere che non è il re che ti ha bandito, ma che fosti tu che bandisti il re. — La sventura si aggrava con maggior potenza sopra coloro che si curvano dinanzi a lei; dimentica che è il re che ti ha esiliato, e pensa che fu tuo padre che ti mandò in cerca di avventure d’onore; o immagina