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82 vita e morte del re riccardo ii


Mar. Enrico di Hereford, Lancastro e Derby, ricevi la tua lancia; e Dio difenda il diritto!

Boling. (alzandosi) Forte come una torre e pieno di speranza grido: amen.

Mar. Va (a un uffiziale) reca questa lancia a Tommaso duca di Norfolk.

Aral. Enrico di Hereford, Lancastro e Derby, sta qui per Iddio, il suo sovrano e se stesso, sotto pena di essere chiarito fellone e spergiuro, onde provare al duca di Norfolk, Tommaso Mowbray, ch’egli è un traditore al suo Dio, al suo re ed a lui, pel che lo sfida ad avanzarsi e a combattere.

Aral. Qui sta Tommaso Mowbray, duca di Norfolk, che sotto pena di esser mostrato fellone e spergiuro, sì per difendere se stesso, che far manifesto che Enrico di Hereford, Lancastro e Derby è sleale a Dio, al suo sovrano ed a lui, coraggiosamente e con libero desiderio anela al segnale della battaglia.

Mar. Squillate, trombe; e avanzatevi, combattenti: (suona la carica) indugiate; il re ha gettato il troncone della sua lancia.

Ricc. Entrambi depongano i loro elmi e le loro lancie, e ritornino ai loro posti. — Ritiratevi (al Mar.) e le trombe suonino mentre noi dichiariamo i nostri voleri a questi duchi. — (lungo squillo) Avvicinatevi, (ai combattenti) e udite quello che col nostro consiglio abbiamo decretato. La terra del nostro regno non sarà contaminata da un sangue che le è caro e che essa vi diè; e i nostri occhi odiano l’atroce spettacolo di ferite civili fatte da spade cittadine. Noi crediamo che fossero gl’impulsi orgogliosi di un’ambizione sconfinata, e i moti gelosi di un odio rivale che vi eccitarono a risvegliare la pace che dormiva con sonno puro e tranquillo nel seno della nostra isola. Cotesti primi romori, cotesto strepito di tamburi, questi acri squilli di trombe risonanti, e l’urto spaventoso delle vostre armi, potrebbero spaventare la bella Dea, farla fuggire dalle nostre placide contrade, o obbligare i nostri bracci a tuffarsi nel sangue dei nostri fratelli. Per prevenire simili mali, noi vi esiliamo dal nostro territorio. — Voi, cugino di Hereford, sotto pena di morte, non rivedrete il nostro bell’impero, prima che dieci estati abbiano arricchite le nostre pianure, e seguirete le vie straniere del bando.

Boling. Il vostro volere avrà effetto. — La consolazione che mi rimane è che il sole che qui riscalda splenderà del pari sopra di me; e i raggi d’oro ch’ei vi presta in questi climi doreranno pure i luoghi del mio esilio.

Ricc. Norfolk, una condanna più rigorosa t’è riservata, e provo