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atto quinto 57


SCENA II.

Una pianura vicino ai sepolcri di Sant’Edmondo.

Entrano in armi Luigi, Salisbury, Meluno, Pembroke, Bigot e soldati.

Luig. Signor di Meluno, fate copiare questo scritto, e conservatelo con cura per ricordare i nostri obblighi; l’originale di esso venga dato a questi lordi, onde leggendo i nostri voleri sappiamo per qual fine giurammo, e possiamo osservare la nostra parola con fedeltà inviolabile.

Sal. Ad essa non si mancherà mai per parte nostra, nobile Delfino; ma nel giurare di servirvi con zelo libero e incorrotto, credetelo, principe, mi dolgo che i mali dello Stato chieggano per rimedio una rivolta disonorante, e che sia necessario di aprire nel suo seno mille piaghe, onde guarirvi un’ulcera inveterata. Oh, con qual dolore io snudo questa spada per far molte vedove nel mio paese, ove l’onorato dovere di difenderne la libertà invoca ad alte grida il nome di Salisbury! Ma tale è la fatalità di questi tempi dolorosi, che per sanare la nostra patria e rendere ai nostri diritti tutto il loro vigore, siamo costretti di mostrare il braccio feroce dell’ingiustizia e dell’oppressione. Quanto è tristo per noi, amici che partecipar veggo al mio dolore, lo esser nati per assistere a questo deplorabile dì, in cui mischiati fra le schiere di esercito nemico dovremo calpestare il seno materno della nostra terra! Ah! mi è forza il ritirarmi per piangere sulla vergognosa necessità, che a ciò ne porta; per deplorare la sciagura che ci condanna ad unirci con forestieri, sotto insegne ignote, per combattere il nostro paese! Qui dunque?... Oh, mia patria! perchè non puoi tu essere trapiantata lungi da questo clima? Perchè le braccia di Nettuno, che ti stringono, non possono recarti in contrade sconosciute, in spiaggie infedeli? Allora questi due eserciti cristiani potrebbero obbliare la loro mutua animosità e unirsi insieme, prima di sparger sangue per guerra sì sciagurata.

Luig. Il tuo discorso rivela un’anima generosa. Il tuo seno è agitato da passioni eccelse, il di cui urto violento commuove e strazia la tua anima. Oh a qual nobile combattimento è in preda il tuo cuore, fra la necessità di una punizione, e un virtuoso rispetto per la patria! Lasciami tergere lagrime sì belle e sì onorande. Il mio cuore si è qualche volta intenerito alla vista del pianto di una donna, di cui la cagione è per lo più volgare; ma