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atto terzo | 33 |
dianzi la mia, e l’unione intera delle nostre due anime, afforzata dall’alleanza di un matrimonio, vieppiù si strinse per le cerimonie della religione, e per voti solenni e santi. Le ultime parole, che le nostre bocche proferirono, furono di fede, di pace, di affezione, di sincera amicizia fra i nostri due regni e le nostre due maestà; e prima di questo trattato, così recente, non abbiamo avuto che il tempo di lavare le nostre mani per congiungerle, essendo contaminate di strage, e tinte dei colori odiosi della vendetta. Ora, queste mani, che non sono terse che da alcune ore, che da sì poco tempo si vincolarono coi nodi della benevolenza, romperan elleno, dopo sì breve, la data fede? Non sarebbe uno schernire il Cielo, e insultarlo colla nostra incostanza, se ora, come volubili fanciulli, ci separassimo l’uno dall’altro rendendoci spergiuri; se calpestando il letto nuziale in cui sorride una felice pace, ci avventassimo l’uno contro l’altro da nemici furiosi, e cangiassimo la festa di una sincera alleanza inscena di carnificina e di sangue? Oh! santo prelato, oh! reverendo padre, così non avvenga! Vedete, pensate, parlate, imponeteci leggi meno severe, e ci troveremo lieti di compiacervi purchè restiamo amici.
Pand. Ogni altra legge è vana, ogni altra condizione è inutile, se a rottura non si viene con l’Inghilterra. All’armi!!! Siate l’eroe della nostra Chiesa, o la Chiesa madre nostra proferisca la sua maledizione, la maledizione di una madre sul suo figlio ribelle. Re di Francia, vi sono minori pericoli per te tenendo un serpe pel suo pungolo, un leone furioso pel suo mortale artiglio, un tigre affamato pei denti, che il tener in pace quella mano che è unita alla tua.
Re Fil. Posso disgiunger la mia mano, ma non la mia fede.
Pand. Così tu fai la fede nemica alla fede; ed eccitando una guerra civile nel tuo petto, opponi giuramento a giuramento, parola a parola. Oh comincia dall’adempiere verso il Cielo al primo voto che hai fatto al Cielo, di essere cioè il difensore della nostra Chiesa! Tutto ciò che hai giurato dipoi, l’hai giurato contro te stesso, e ti sei dispensato dal compierlo. Allorchè si è promesso di fare il male, male non è forse lo eseguire la propria promessa? E la virtù non istà essa nel non compier ciò che non si può compiere senza delitto? Quando l’uomo si diparte dal retto, forza è ch’ei vi rientri; ed è soltanto la religione che ribadisce i giuramenti. Ma tu hai giurato contro la religione che ha ricevuto i tuoi voti, e bestemmi volendo attestare una fede che non è più in te. Vuoi tu sapere quali giuramenti ti son permessi? Attienti al mio