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atto secondo 21


SCENA II.

La stessa. — Allarme ed escursioni; quindi batte a raccolta.

Entra un araldo francese con una tromba, e s’avanza fino alle porte della città; ivi fa la chiamata ai cittadini.

Fran. Ar. Cittadini di Angers, aprite le porte e ricevete il giovine Arturo di Bretagna, che sostenuto dal braccio della Francia, ha data molta materia di lagrime avvenire alle madri inglesi, i di cui figli giacciono sulla terra insanguinata; alle vedove, i di cui sposi gemono abbattuti, abbracciando invece di esse la pallida terra. Già la vittoria acquistata con poca perdita si è fermata sui nostri vessilli ondeggianti. I francesi trionfano, e stanno per entrare in sembianza di conquistatori fra le vostre mura, per acclamarvi Arturo di Bretagna, re vostro e d’Inghilterra. (entra un araldo inglese colla tromba)

Ingl. Ar. Rallegratevi, abitanti d’Angers; suonate tutte le vostre campane: il vostro re e quello dell’Inghilterra, Giovanni, s’avanza vincitore in questo memorabile dì! L’Inglese, di cui avete veduto risplendere le lucide armature allontanandosi dalle vostre muraglie, le riporta ora sotto i vostri occhi rosse di sangue nemico. Non un elmo britanno ha perduta una sola delle sue penne sotto i colpi delle spade francesi. I nostri vessilli ritornano portati dalle stesse mani che li spiegarono andando al combattimento; e i nostri robusti soldati, come una schiera giuliva di cacciatori, s’avanzano colle mani sanguigne. Aprite le vostre porte e date accesso ai vincitori.

Citt. Araldi, dalla cima delle nostre torri abbiamo potuto contemplare, dal principio fino alla fine, l’assalto e la ritirata dei due eserciti; e l’occhio più sagace non ha potuto discernere alcun vantaggio ottenuto dall’uno o dall’altro. Il sangue a ricambiato il sangue; i colpi hanno risposto ai colpi; la forza alla forza e il coraggio al coraggio. L’uguaglianza è perfetta, e noi applaudiamo alle due osti: ma è d’uopo che l’una vinca l’altra. Finchè la bilancia resterà in questo equilibrio, la nostra città non è nè per Filippo nè per Giovanni, sebbene sia per entrambi. (entrano da un lato il re Giovanni, colle sue schiere. Elinora, Bianca, e il bastardo; dall’altro il re Filippo, Luigi, l’Arciduca d’Austria, e i loro eserciti)

Gio. Francia, ti rimane ancora sangue da spargere? Di’, cederai ai nostri diritti il loro libero corso, o perfidierai nel porvi