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16 il re giovanni

vieta di estendermi di più. E’ stan poco lungi chiedenti conferenza o battaglia: a ciò apparecchiatevi.

Re Fil. Come imprevista ne riesce questa rapida marcia!

Arc. Più è inaspettata e più dobbiamo doppiare gli sforzi per ben riceverli. Il coraggio cresce col pericolo: siano dunque i ben giunti; siamo preparati. (entrano il re Giovanni, Elinora, Bianca, il bastardo Filippo, Pembroke, e l’esercito)

Gio. Pace alla Francia, se la Francia ne permette di prender placido possesso delle terre dei nostri avi; se no, il sangue della Francia scorra, e la pace ritorni in cielo, intanto che noi, ministri del corruccio di esso, castigheremo l’orgoglio di coloro, che offendono questa figlia di Dio.

Re Fil. Pace sia all’Inghilterra se questo esercito torna in Inghilterra per vivere in pace colà. Noi amiamo gl’Inglesi, ed è per essi che abbiamo indossata questa grave armatura. Il carico che assumemmo dovrebbe essere tuo: ma tu non ami l’Inghilterra, tu che per vie tenebrose spossessato ne hai il suo legittimo re, sovvertendo l’ordine di successione stabilito dalla natura, e annullando la regal fortuna di questo fanciullo, a cui rapisti sì indegnamente una corona vergine ancora, e che non era mai stata profanata da mano usurpatrice. Mira qui; (indicando Arturo) vedi il ritratto del tuo fratello Gefredo... Questa fronte non ti mostra essa tutti i suoi lineamenti? Questo garzone rivela, come in miniatura, quel che morì in Gefredo; e la mano del tempo, ampliando le sue forme, le renderà in tutto eguale a suo padre. Quel Gefredo ti era fratello; riconoscine qui il figlio! L’Inghilterra fu retaggio di Gefredo, e a questi tocca! In nome di Dio, come avvien dunque che ti si chiami re, mentre scorre il sangue per le vene di questa fronte a cui appartiene la corona della quale t’impossessasti?

Gio. E da cui tieni tu, re di Francia, l’autorità d’interrogarmi?

Re Fil. Da quel Giudice Supremo che ispira al cuore di coloro che hanno il potere in mano, il generoso debito di punire i delitti. È quel Giudice che mi ha fatto tutore di questo fanciullo; è in suo nome che io ti accuso d’ingiustizia e di frode; è col suo soccorso che pretendo di abbattere un usurpatore.

Gio. Sei tu stesso che usurpi l’autorità.

Re Fil. Se lo fo, è per atterrare un tiranno.

Elin. Chi chiami tu tiranno, re di Francia?

Cos. Lasciatemi rispondere;... il tiranno è tuo figlio.

Elin. Via di qui, proterva! Oh senza dubbio il tuo bastardo diverrà re, onde tu qual regina possa reggere il mondo.