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14 il re giovanni

ATTO SECONDO


SCENA I.

Francia. — Dinanzi alle mura d’Angers.

Entrano da un lato l’Arciduca d’Austria, dall’altro Filippo re di Francia coi loro eserciti; Luigi, Costanza e Arturo seguono quest’ultimo.


Luig. Prode duca d’Austria, siate il ben giunto dinanzi alle mura di Angers. Giovine Arturo, quell’eroe il di cui sangue scorre per le tue vene, Riccardo, che svelse il cuor di un leone, e che nelle guerre sante meravigliò la Palestina coi portenti del suo valore, discese troppo presto nel sepolcro, vittima di questo valente duca; ed è ora per espiarne la morte, servendo la sua posterità, che egli ha ceduto alle nostre istanze, e vien qui a spiegare i suoi vessilli in tua difesa. A respingere egli viene l’usurpazione di Giovanni d’Inghilterra, tuo zio snaturato: tu accoglilo, amalo, ed onoralo.

Art. Dio vi perdonerà la morte di Riccardo mio avolo, poichè date vita ai suoi discendenti, proteggendo i loro diritti all’ombra dei vostri stendardi. Ve ne ringrazio, porgendovi una mano impotente, ma insieme con essa un cuore pieno d’amor sincero. Siate il benvenuto dinanzi alle porte di Angers, valoroso duca.

Luig. Nobile fanciullo, chi non vorrebbe sostenere i tuoi diritti?

Arc. Possa questo tenero bacio, ch’io imprimo sulla tua gota, esser suggello del giuramento che ti fa la mia amistà! Essa ti giura, ch’io non rivedrò i miei Stati se non quando Angers, e i dominii che ti appartengono in Francia, non che quelle rive biancastre1 il di cui piede respinge l’onda spumante dell’Oceano, che ne separa gli abitanti dalle altre contrade d’Europa, quella fiera Inghilterra infine che il mar cinge con un baluardo di flutti e che irride baldamente a tutti i disegni degli stranieri, non ti abbia riconosciuto e salutato re da una punta all’altra del suo

  1. Si crede che il nome di Albione dato all’Inghilterra proceda dalle bianche scogliere con cui essa si mostra al continente.