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atto primo 13

le sue produzioni: onde, mia buona madre, parlate: a chi son io debitore di queste membra nervose? Imperocchè sir Roberto non era uomo da far simili gambe. (accennando le proprie)

Faul. Cospirasti tu ancora adunque con tuo fratello contro di me? tu che per tuo bene dovresti assumere la difesa del mio onore? A che intende questo disprezzo, indomabile ribaldo?

Fil. Cavaliere, cavaliere, buona madre, e non ribaldo. Sì, sull’onor mio, ebbi la piattonata che fa i cavalieri, e ne porto il livido sulla spalla. — Madre mia, io non son figlio di sir Roberto: ho rinunziato a sir Roberto e a’ suoi dominii: la legittimità, il nome, tutto è annichilito. Perciò, tenera genitrice, degnatevi farmi conoscere mio padre, che sarà stato, spero, un valentuomo. Chi fu esso?

Faul. Hai tu rinnegato il nome di Faulconbridge?

Fil. Con tanto cuore con quanto rinnego Satana.

Faul. Il re Riccardo Cuor-di-Leone fu tuo padre. Sedotta da lunghe e vive istanze, gli accordai alfine un posto nel talamo nuziale. Voglia il Cielo perdonarmi la mia offesa! Tu fosti il frutto di fallo sì caro, e ch’io non commisi che vinta da una forza, che trionfò di tutti gli ostacoli!

Fil. Per questa luce del dì, se dovessi ancor nascere, signora, non desidererei, più nobile genitore. Hannovi certi falli che, sulla terra almeno, meritano scusa, e tale è il vostro. La vostra debolezza non fu follìa da insensata. Convenne ben dargli il cuore in piena balìa, come tributo sottomesso all’impero invincibile dell’amore, la di cui potenza irresistibile trionferebbe del più intrepido leone. Il leone non seppe proteggere il suo real cuore dalla mano di Riccardo, e l’uomo il di cui braccio strappa il cuore ai re delle selve1 può facilmente domare quello di una femmina. Sì, mia madre, vi ringrazio grandemente del padre che mi avete dato. Chiunque vive e oserà dire che commetteste un fallo concependomi, sarà da me mandato all’inferno. — Venite signora, vuo’ presentarvi alla mia famiglia. Tutti converranno che se il giorno in cui Riccardo mi generò voi gli aveste detto no, sarebbe stata una colpa, e chiunque dirà che colpa vi fu, dirà una menzogna.     (escono)

  1. Allusione a un’antica romanza, secondo la quale Riccardo avea ottenuto il nome che lo rende famoso, divellendo il cuore ad un leone al furore del quale lo aveva fatto esporre il duca d’Austria.