Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/321

310 timone di atene

parlo da soldato. — Perchè gli uomini si avventurano essi sì pazzamente nelle battaglie? Perchè non soffrono ogni specie di minaccia? Perchè non si addormono in pace sull’offesa? Perchè non si lasciano sgozzare tranquillamente e senza resistenza dal nemico? Se v’è tanto coraggio nel soffrire, che andiam noi a fare al campo? Certo le femmine, che se ne stanno accanto ai loro focolari, saran più generose di noi, se generosità e patimento sono una medesima cosa; la bestia da soma sarà più valente del leone; e il reo aggravato di ferri più saggio del suo giudice, quando la saviezza sia riposta nella pazienza. Oh venerandi senatori, abbiate tanta generosità e bontà quanta potenza avete. — Chi non condannerà la violenza commessa di sangue freddo? Uccidere, lo confesso, è il maggiore dei delitti; ma uccidere per difendere la propria vita è atto giusto agli occhi della sensibile equità. Abbandonarsi alla collera è male; ma qual’è l’uomo che mai non s’abbandonasse alla collera? Pesate il delitto con tutte queste considerazioni.

Sen. Voi perorate invano.

Alcib. Oh, perchè invano? I suoi servigi resi in Lacedemonia e a Bisanzio chieggono altamente la sua grazia.

Sen. Che volete dire?

Alcib. Dico ch’ei vi ha resi servigi immensi; che fra i combattimenti ha fatto mordere la polvere ai vostri nemici. Qual valore non mostrò nell’ultima mischia? Quanto sangue non sparse ivi la sua spada!

Sen. Troppo se ne ricompensò sul bottino. Egli è un uomo corrotto, dedito al vino, che toglie la ragione e fa dissennato il valore. Senz’altri nemici, questo sol vizio varrebbe a perderlo; e fu veduto in simile passione brutale, commettere mille oltraggi, e suscitar mille contese. Ci si è detto che i suoi giorni son lordi di mille colpe vergognose, e che la sua ebbrezza è pericolosa allo Stato.

Sen. Ei morirà.

Alcib. Oh sorte barbara! Egli avrebbe pur potuto morire con onore fra le battaglie! — Signori, se siete insensibili alle sue doti personali, quantunque reclamar potessero la mercede delle opere del suo braccio, senza donar nulla ad alcuno, contemplate, se occorre per piegarvi, i miei servigi, e congiungeteli a’ suoi. Come so ch’è della prudenza dell’età vostra l’assicurarsi garanti dell’avvenire, impegno me, le mie vittorie e il mio onore, onde rispondervi di tutta la sua riconoscenza. Se pel suo delitto ei debbe la vita alla legge, fate che gliela dia nobilmente sul