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atto terzo | 309 |
SCENA V.
La stessa. — Il Palazzo del Senato.
I senatori stanno in circolo seduti. Entra Alcibiade, con seguito.
1° Sen. Signore, contate sul mio voto; il suo delitto è di sangue; è necessario ch’ei muoia: nulla rende ardito alle colpe come il perdono.
2° Sen. È vero; la legge deve schiacciarlo.
Alcib. Onore, salute, e misericordia al Senato!
1° Sen. Ebbene, generale?
Alcib. V’imploro, e indirizzo alle vostre virtù il mio umile rispetto; perocchè la pietà è la virtù delle leggi; nè vi hanno che i tiranni che facciano di esse strumento di crudeltà. Piace agli avvenimenti e alla sorte crudele di aggravarsi sopra uno de’ miei amici, che nel bollor della colera non rispettò la legge, abisso incommensurabile per l’improvvido che si precipita in esso senza cautela. Se ne togliete questo fallo, è un uomo pieno d’onore e di virtù, e perciò merita perdono. Non vi fu nè viltà, nè bassezza nella sua opera. Un nobile sdegno, un cruccio generoso, lo armarono (vedendo la sua riputazione mortalmente offesa) contra il suo nemico; e nell’accesso stesso della passione comportossi colla saviezza e la bontà di un uomo che espone le sue ragioni, e perora tranquillamente la propria causa.
1° Sen. Cercando così di scolpare un’azione rea, compite un gran paradosso. A vostri sforzi si direbbe che volete ad onestare l’omicidio e inalberare il vessillo della ribellione sulla testa del valore. Ma un valor brutale e degenere è un flagello entrato nel mondo allorchè vi nacquero le sêtte e le fazioni. Il vero prode è quegli che sa soffrire con pazienza tutto ciò che la lingua più malvagia può dire contro di lui; che riguarda un’ingiuria come cosa così straniera alla sua persona, quanto lo è l’abito che porta con indifferenza, e non preferisce l’ingiuria alla vita, esponendo questa per quella. Se l’oltraggio è un male che può condurre all’omicidio, qual follia non sarà l’avventurare i proprii giorni per un male?
Alcib. Signore...
1° Sen. Voi non potete giustificare colpe così enormi. Il valore non istà nel vendicarsi, ma nel soffrire.
Alcib. Permettetemi di parlare, signore, e perdonatemi se