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304 timone di atene

Servilio, vorrai tu essermi si cortese da ripetergli questi miei sensi?

Ser. Lo farò, signore.

Luc. Va, saprò ricompensartene. (Ser. esce) Affè che avevate ragione, Timone è ito; e quando una volta si è trovato un rifiuto, è raro si vada molto lontano. (esce)

Stran. Notaste ciò, Ostilio?

Stran. Sì, troppo bene.

Stran. Ebbene, così è fatto il mondo: tutti gli adulatori escono dalla medesima fucina. Chi può, dopo di ciò, dare il nome d’amico all’uomo che si fa sedere alla propria mensa? So che Timone fece da padre a colui; che gli conservò il buon nome, che ne puntellò la fortuna colle sue liberalità, che pagò col suo denaro i di lui creditori; e sebbene quest’uomo non beva mai senza che le sue labbra tocchino l’argento di Timone, pure (oh qual mostro è l’uomo, allorchè si fa vedere sotto i sembianti di un ingrato!) a prezzo di ciò che ha ricevuto, osa rifiutargli quello che un’anima caritatevole darebbe anche a un mendico.

Stran. La religione ne ha sconforto.

Stran. Per me, non ho mai partecipato ai beneficii di Timone, non mai i suoi doni mi hanno fatto entrare nel numero dei suoi amici; nondimeno, in contemplazione della sua nobile anima, della sua virtù, della sua generosità, e della sua onorevole condotta, protesto che, se nel suo bisogno si fosse indirizzato a me, avrei diviso le mie ricchezze in due parti, e la migliore sarebbe stata per lui, tanto amo il suo cuore! Ecco un esempio che deve insegnare agli uomini di non essere benefici; perocchè l’interesse domina sulla coscienza. (escono)

SCENA III.

La stessa. — Una stanza nella casa di Sempronio.

Entrano Sempronio e un domestico di Timone.

Semp. E perchè infestar me a preferenza degli altri? Non poteva rivolgersi a Lucio, a Lucullo? Quel Ventidio, ora sì ricco, ei lo riscattò dalla prigione: ecco tre uomini che gli sono debitori di tutto ciò che posseggono.

Dom. O mio signore, tutti e tre furono pregati e trovammo in essi anime di fango; tutti e tre rifiutarono.

Semp. Come! Tutti rifiutarono? Ventidio e Lucullo non lo han compiaciuto, ed ei s’indirizza a me? Tutti e tre? Oh!.... Un tal