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atto terzo 249

si acquista a peso d’oro; e questo metallo opera un miracolo nella natura, rendendo sempre più leggieri coloro che ne portano di più. Così quelle treccie ondeggianti con grazia, a senno dei zeffiri, sopra una beltà supposta, sono spesso riconosciute come l’appannaggio di una seconda testa, mentre il cranio che le alimentò è nel sepolcro. L’ornamento non è dunque che la riva ingannatrice di un mar pericoloso, la lucida stoffa che vela un’Indiana color di piombo; in una parola, il simulacro della verità che l’astuzia espone per accalappiare i più saggi. — Lucido oro, duro alimento di Mida, io non ti voglio; ne te voglio, pallido e volgare agente fra l’uomo e l’uomo. Ma tu, tu povero piombo, che minacci più che non prometti, la tua semplicità mi tocca meglio dell’altrui eloquenza. Qui fermo la mia scelta, e possa la gioia esserne il frutto.

Por. Come tutte le altre passioni si dissipano per l’aere! il sospetto inquieto, la forsennata disperazione, la pavida tema, la gelosia dall’occhio verde! Oh! amore, sii moderato, tempera la tua estasi, spandi le tue dolcezze con calma, diminuisci quest’eccesso di felicità. Sento troppo i tuoi favori, indeboliscimi, per tema che il tuo peso non mi opprima!

Bas. Che trovo io qui? (aprendo lo scrigno di piombo) Il ritratto della vaga Porzia? Qual semidio si avvicinò cotanto alla natura? Questi occhi si muovono essi, ovvero dipinti sulle mie mobili pupille mi sembrano in movimento? Qui stanno quelle labbra separate da un alito pieno di profumi. Barriera sì dolce ben divider doveva sì dolci amiche. In questi capelli il pittore ha eguagliata l’arte di Aracne, e ha tessuto questi fili d’oro, dove i cuori degli uomini saran presi, prima che le mosche nelle tele del ragno. Ma cotesti occhi... come ha egli potuto vedere per farli? Un solo terminato bastava, io credo, per privarlo dei suoi due, e fargli lasciar l’opera imperfetta. Ma quanto io oltraggio questo quadro con lodi troppo al disotto di lui, sebbene egli stesso sia tanto al disotto della persona che mostra! Ecco la pergamena che contiene il sunto del mio destino.

«Voi che scegliete non per l’apparenza, voi solo sapete scegliere. Poichè tal ventura vi è tocca, statevi pago, e non ne cercate altre. Se questa vi allieta e felice vi reputate, volgetevi verso la vostra amante, e prendetene possesso con un amoroso bacio».

Amabile scritta. — Vaghissima Porzia, sia col vostro permesso (baciandola). Seguo le mie istruzioni, e simile a uno dei concorrenti che si disputano un prezzo e che crede aver sod-