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240 il mercante di venezia


SCENA VIII.

Venezia. — Una strada.

Entrano Salarino e Salario.

Salar. Ebbene, vidi salpar Bassanio; Graziano andò con lui, ma non Lorenzo, ne son sicuro.

Sal. Quell’empio giudeo svegliò colle sue grida il Doge, che venne per far ricerca del vascello di Bassanio.

Salar. Troppo tardi venne, il vascello già veleggiava: ma si è fatto credere al Doge che furon veduti insieme in una gondola Lorenzo e la sua amata Gessica: oltrechè Antonio lo accertò che non istavano nella medesima nave con Bassanio.

Sal. Non mai vidi furore più forsennato, bizzarro e violento di quello a cui si abbandonò l’ebreo per le strade. La mia figlia! — Oh i miei ducati! — Oh la mia figlia! Fuggita con un cristiano! Oh miei cristiani ducati! — Giustizia! Legge! I miei ducati, la mia figlia! Un sacco, due sacchi di ducati, di doppii ducati, rubatimi da mia figlia! Gioielli, pietre, due ricche e preziose pietre rapitemi dalla figlia mia. — Giustizia! trovatela! ella reca con sè le pietre e i ducati.

Salar. Tutte le ciurme di Venezia lo seguono gridando: le sue pietre, la sua figlia e i suoi ducati.

Sal. Antonio attenda al suo impegno, o altrimenti gli sarà duro lo scontarlo.

Salar. Con ragione lo rimembrate. Parlai ieri con un francese, che mi disse che sull’angusto stretto che separa la Francia dall’Inghilterra era perito un vascello del nostro paese, portatore d’un ricco carico. Ciò udendo pensai ad Antonio, e desiderai in segreto che non fosse de’ suoi.

Sal. Fareste meglio dicendo ad Antonio quel che sapete; ma non adoprate però modi troppo schietti, per non affliggerlo.

Salar. Non v’è uomo più gentile sulla terra. Ho veduto Bassanio ed Antonio separarsi: Bassanio gli diceva che sarebbe presto ritornato; Antonio gli rispondeva: «guardatevene bene, Bassanio, non guastate le vostre cose per cagion mia; e impiegate tutto il tempo necessario a riescire. Intorno alla polizza che sta fra le mani dell’ebreo, il vostro spirito innamorato non la curi. Siate lieto e la vostra mente non intenda che a trovare i mezzi atti a commuovere la vostra amante». A queste parole cogli occhi pregni di lagrime, e volgendo altrove il volto,