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224 | il mercante di venezia |
SCENA III.
Venezia. — Una piazza.
Entrano Bassanio e Shylock.
Shy. Tremila ducati,... bene.
Bas. Sì, signore, per tre mesi.
Shy. Per tre mesi,... bene.
Bas. E per essi, come vi dissi, Antonio starà cauzione.
Shy. Antonio starà cauzione... bene.
Bas. Potete farmi questo servigio? Mi darete una risposta?
Shy. Tremila ducati, per tre mesi, e Antonio cauzione...
Bas. Qual è la risposta vostra?
Shy. Antonio è un buon uomo.
Bas. Avreste voi udito dargli qualche imputazione?
Shy. No, no, no, no, no... volevo dire che è buon uomo, intendendomi che ha qualche cosa. Nondimeno le sue ricchezze ondeggiano: egli ha un vascello in via per Tripoli, un altro per le Indie; e appresi sul Rialto che ne aveva un terzo al Messico, un quarto in Inghilterra, ed altri qua e là. Ma i vascelli non son che tavole e i marinai altro non sono che uomini: sonvi topi di terra, e topi d’acqua, ladri di terra, e ladri d’acqua, voglio dire pirati; quindi vi è il pericolo delle acque, dei venti e degli scogli. Antonio nondimeno ha qualcosa... tremila ducati... credo di poter accettare la sua cauzione.
Bas. Siate sicuro che lo potete.
Shy. Voglio pensarci; e per acquetarmi pensarci da me: posso intanto parlare con Antonio?
Bas. Se voleste pranzare con noi...
Shy. Sì, per assaggiare il maiale; per cibarmi nella casa in cui il vostro profeta Nazareno ha fatto entrare il diavolo? Voglio bene comprare e vendere con voi, parlar con voi, passeggiar con voi, ecc.; ma non vuo’ mangiar con voi, nè ber con voi, nè pregar con voi. Che vi è di nuovo sul Rialto? — Ma chi viene? (entra Antonio)
Bas. Questi è il signor Antonio.
Shy. (a parte) Come ha l’aspetto di un ipocrita pubblicano! Lo abborro perchè è cristiano, e io abborro anche più perchè ha la stolta semplicità di prestar il denaro gratis, e fa così scemare i frutti che si potrebbero ottenere. Se posso pigliarlo una volta appagherò l’antico odio che gli porto. Egli detesta la nostra santa