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atto primo | 221 |
avessi soltanto i mezzi d’entrare in concorrenza con essi, ho nell’anima un presagio che mi dice ch’io perverrei certamente al mio scopo.
Ant. Tu sai che tutta la mia ricchezza è in mare, ch’io non ho pecunia, nè potrei cumulare una gran somma. Ma abbi coraggio, fa prova di quello che vale il mio credito in Venezia. Userò d’ogni mio espediente per porti a tale di comparire con onore a Belmont presso alla vaga Porzia. Va a richiedere dove è danaro: io pure ciò farò, e credo bene che saprò ritrovarne, sia col mio credito o coll’amore in cui sono tenuto. (escono)
SCENA II.
Belmont. — Una stanza nella casa di Porzia.
Entrano Porzia e Nerissa
Por. Affè, Nerissa, il mio piccolo corpo è ben stanco di questo gran mondo.
Ner. Voi lo sareste assai di più, dolce signora, se le vostre miserie fossero in proporzione delle vostre fortune: e nondimeno da quel che veggo coloro che nuotano nell’abbondanza infermano al par di quelli che mancano del bisognevole. La felicità vera dunque è posta nella mediocrità.
Por. Ottimi dettati, e profferiti con molta grazia!
Ner. Migliori diverrebbero se se ne traesse insegnamento.
Por. Se fosse così facile il fare come il dire, le cappelle sarebbero chiese e le capanne palagi. Il miglior predicatore è quello che si conforma alle proprie discipline. Insegnerei piuttosto a venti persone ciò che è necessario a fare, che essere una di quelle venti persone per seguire le mie istruzioni. Il cervello può imaginare leggi per il sangue, ma un temperamento ardente varca d’un salto ogni statuto più gelido. La folle giovinezza si avventa come il lepre al disopra delle reti dell’impotente ragione. Tutti questi bei discorsi sono intempestivi, allorchè v’è a scegliere uno sposo. Scegliere? Oimè! Quale parola! Non possono elegger ciò che vorrei, ne mutare quello che mi spiacesse. È così che i voleri di una figlia debbono per forza uniformarsi a quelli di un padre estinto. Non è tristo per me, Nerissa, il non potere nè scegliere, nè rifiutare alcuno?
Ner. Vostro padre fu sempre virtuoso, e gli uomini santi hanno buone ispirazioni alla loro morte; perciò la ventura ch’egli ha fermata nei tre scrigni d’oro, d’argento e di piombo, e per la