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206 | tito andronico |
Tam. Lo Stupro e l’Omicidio; cotesti nomi portano perchè puniscono i colpevoli dì tali delitti.
Tit. Buoni Dei, come e’ rassomigliano ai figli dell’imperatrice! e voi all’imperatrice! Ma noi deboli uomini non abbiamo che occhi insensati che ne deludono. Oh! dolce Vendetta, io vengo a te, e se l’amplesso di un braccio solo può appagarti, ti stringerò con amore con quello che mi resta. (si ritira)
Tam. Il patto che stringo con lui si addice alla sua follia; quali che si siano le mie invenzioni per alimentare le insensatezze del suo cervello, pensate a secondarle coi vostri discorsi. A lui non rimane alcun dubbio intorno a me, e preso ei mi ha per la Vendetta. Profittando della sua credulità, io lo indurrò a far chiamare suo figlio Lucio; e allorchè mi sarò di lui assicurata ad un banchetto troverò qualche astuzia per disperdere quell’esercito di Goti incostanti, o almeno per far loro rivolgere le armi contro lui, e renderli suoi nemici. Mirate, eccolo che viene; io compierò la mia parte. (entra Tito)
Tit. Sono stato lungamente disperato per cagion tua; sii quindi la benvenuta, furia terribile nella mia misera casa! Stupro, Omicidio, siate del pari i ben giunti. Oh come rassomigliate tutti agl’imperiali! Ottima è la brigata, e solo vi manca un Moro. Forsechè tutto l’inferno non ha potuto procurarvi un demonio che ritraesse delle di lui sembianze? Io ben so che l’imperatrice non esce mai che accompagnata non sia da un nero; e per rappresentare in tutto la nostra signora converrebbe che aveste un egual demonio. Ma siate i ben giunti ad ogni modo; che farem noi?
Tam. Che vorreste che facessimo, Andronico?
Dem. Indicami un omicida, e lo punirò.
Chir. Additami uno scellerato colpevole di stupro, ed io ne trarrò vendetta.
Tam. Appalesami i mille malvagi che ti hanno oltraggiato, e di tutti ti darò ragione.
Tit. Volgi i tuoi sguardi sulle corrotte vie di Roma, e quando discernerai un uomo che ti rassomiglia, caro Omicidio, trafiggilo, perchè sarà un assassino. Tu accompagnalo, e quando vedrai un altro uomo che ha il tuo aspetto, caro Stupro, abbattilo, perchè sarà un violatore dell’onestà. Tu, va dietro ad essi, e se scorgerai nei palagi dell’imperatore una regina, seguita da un nero, che potresti da te facilmente riconoscere, perocchè in tutto ella ti rassomiglia; ad essi, te ne scongiuro, infliggi qualche morte violenta e crudele, avvegnachè crudeli essi furono verso di me.
Tam. Eccoci bene istrutti; ed obbediremo: ma se tu volessi,