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196 | tito andronico |
ottener vendetta dall’inferno la otterrete. Quanto alla giustizia, ei la crede ora al servizio di Giove nell’Olimpo o altrove, talchè sarete costretto ad aspettarla per un po’ di tempo.
Tit. Egli mi oltraggia con tali indugi; ma io mi tufferò nel lago ardente dell’abisso, e la strapperò pei talloni dal fondo d’Acheronte. — Marco, noi non siamo che fragili canne; noi non siam cedri, non uomini afforzati d’ossa gigantesche, nè di lena ciclopea; ma siamo d’una tempera dura come l’acciaio, sebbene schiacciati da più oltraggi, che non ne potesse sostenere il nostro dorso. — Poichè la giustizia non è nè sulla terra nè all’inferno, pregheremo il cielo, e commuoveremo gli Dei onde ce la rimandino, per vendicare i nostri danni. Su, all’opera. Voi siete un abile arciere, Marco. (distribuisce le freccie) Ad Jovem quest’è per voi. — Questa, ad Apollinem: ad Martem, servirà a me. Tieni, fanciullo, a Pallade. Questa a Mercurio. A Saturno questa, Caio, e non a Saturnino. Tanto varrebbe che tu lanciassi la tua freccia contro il vento. Su via, scoccala, fanciullo; Marco, tu lo farai quando tel dirò. Sull’onor mio! scrissi a meraviglia; non vi è un solo Dio da me obliato.
Mar. Amici, vibriamo tutti i nostri dardi verso la corte; con ciò rintuzzeremo l’orgoglio dell’imperatore.
Tit. Animo, signori, vibrate. (tutti tirano) A meraviglia, Lucio! Dolce fanciullo, in seno alla vergine, affisati in Pallade.
Mar. Signore, io mirai a un miglio oltre la luna; così certamente la vostra lettera giunse a Giove.
Tit. Oh! Publio, Publio, che hai tu fatto! Vedi, vedi, hai reciso una delle corna del Toro!
Mar. Fu per giuoco, signore; allorchè Publio vibrò la sua quadrella, il Toro addolorato diede un colpo sì furioso all’Ariete, che caddero in pari tempo le due corna dell’animale entro al palazzo: e chi trovar le poteva, tranne lo scellerato corruttore dell’imperatrice? Ella si pose a ridere e disse al Moro, che non sapeva astenersi dal darle in dono al suo consorte.
Tit. Sta bene: Dio dia gioia a Vostra Serenità! (entra un villico con un canestro e due piccioni) Ecco novelle del cielo! Marco, è venuto un corriere. — Ebbene; quali novelle ne rechi? Hai lettere? Otterrò giustizia? Che dice Giove?
Il villico. Il Giove che fa i patiboli?1 Dice che gli ha fatti discendere perchè quest’altra settimana vi saranno uomini appesi.
- ↑ Invece di Jupiter il villico intende Gibbet-maker, facitore di forche.