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192 | tito andronico |
Aar. Non n’ha egli donde, Demetrio? Non adopraste voi amichevolmente con sua figlia?
Dem. Vorrei che avessimo un migliaio di dame romane in poter nostro per appagare volta a volta le nostre cupidigie.
Chir. Desiderio caritatevole e pieno di amore!
Aar. Non manca che vostra madre per far eco a tal voto.
Chir. E questo ella farebbe, fosservi ventimila romane di più in tal condizione.
Dem. Partiamo, andiamo a pregare gli Dei per la nostra amata madre, che è ora fra i dolori del parto.
Aar. (a parte) Fregate piuttosto i demonii; perocchè gli Dei ne hanno già abbandonati. (squillo di trombe)
Dem. Perchè squillan così le trombe dell’imperatore?
Chir. Forse per gioia che l’imperatore abbia acquistato un figlio.
Dem. Chi viene verso di noi?
(entra una nutrice con un lattante moro fra le braccia)
Nut. Buon giorno, signori: mi direste dov’è Aaron?
Aar. Poco più, poco meno, è tutto qui: che volete da lui?
Nut. Ah? gentile Aaron, siamo perduti! Venite in nostro soccorso, o la sventura vi opprimerà per sempre.
Aar. Che bestia è quella che miagola in tal guisa fra le tue braccia?
Nut. È tale che vorrei nasconderla all’occhio dei cieli; è l’obbrobrio della nostra imperatrice e il disonore della superba Roma. Tamora ha partorito, signori, ella ha partorito.
Aar. Chi dunque?
Nut. Un demonio.
Aar. Allora essa è sposa del diavolo; nobile parentado!
Nut. Ella si è sgravata di un parto orrendo, spaventoso e nero, che sarà sorgente di mille guai. Ecco la creatura orribile, simile ad un rospo in mezzo alla prole leggiadra dei nostri climi. L’imperatrice te la manda come tua imagine, segnata del tuo suggello, e t’impone di battezzarla colla punta del tuo pugnale.
Aar. Via, via, miserabile! Il nero è dunque color sì vile? Dolce bottone, tu produrrai un bel fiore.
Dem. Scellerato, che facesti?
Aar. Quello che tu non puoi disfare.
Chir. Hai nociuto a nostra madre.
Aar. Stolto, l’ho invece dilettata.
Dem. Sì, cane d’inferno, e con ciò l’hai tratta in perdizione. Sciagura al di lei amore, e maledetta sia la sua detestabile scelta! Maledizione sopra tal prole!