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atto quarto 189


Mar. Credo voglia dire che vi fu più d’un scellerato. — Sì, fa più d’uno; o altrimenti ella implora vendetta dal Cielo.

Tit. Lucio, che libro è quello ch’essa svolge così?

Il fanciullo. Le Metamorfosi di Ovidio, datemi da mia madre.

Mar. È forse per tenerezza verso quella madre estinta ch’ella ha scelto quel libro fra tutti gli altri.

Tit. Aspettate, e guardate com’ella ne apre i fogli! Aiutatela: che vi cerca essa? Debbo io leggere, Lavinia? Qui è esposta la tragica storia di Filomela e il tradimento di Tereo, a cui credo che la storia delle tue sventure molto rassomigli.

Mar. Mira, fratello, mira come ella contempla quella pagina.

Tit. Lavinia, saresti tu stata del pari sorpresa, violata e oltraggiata, come lo fu Filomela, nel vasto silenzio dei boschi foschi e insensibili alle tue grida? Qui sta la descrizione di un luogo simile a quello, in cui noi cacciavamo; e piacesse al Cielo che mai iti non fossimo in quel luogo fatale! Quel luogo è simile in tutto all’altro che il poeta ha descritto, e la natura lo ha fatto per l’omicidio e pel ratto.

Mar. Perchè la natura avrebb’ella creata una sì orribile caverna, a meno che gli Dei non si dilettassero nelle catastrofi umane?

Tit. Dammi qualche segno, cara figlia. — Qui non istanno che amici tuoi. Qual Romano osò commettere tale opera? O Saturnino imitò forse l’esempio di Tarquinio, che abbandonò il campo, per andare a contaminare il letto di Lucrezia?

Mar. Assiditi cara nipote; e tu pure, fratello, siedi accanto a me. — Apollo, Pallade, Giove, Mercurio, ispiratemi, aiutatemi a venir in chiaro di questo atroce fatto. — Signore, guardate a me; guarda a me, Lavinia. Questa sabbia è uguale; cerca di condurre come me, se lo puoi, questa mazza, dopo che avrò scritto il mio nome senza il soccorso delle mani, (scrive il suo nome colla mazza tenendola serrata in bocca, e dirigendola coi piedi) Maledetto sia il cuore che ne costringe ad usare tali espedienti! Scrivi sulla sabbia, mia cara nipote, e svela in caratteri visibili il delitto che gli Dei vogliono si discopra onde ne sia fatta vendetta. Il Cielo ti assista in tale opera, e così possiamo noi conoscere i traditori e la verità!

(ella prende la mazza e scrive come le è stato insegnato)

Tit. Oh! leggete voi quello ch’ella ha segnato? Stuprum... Chiron... Demetrius...

Mar. Son dunque i dissoluti figli di Tamora gli autori di questo abbominevole fatto?