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160 | tito andronico |
spade, e non le riponete se non quando Saturnino sarà imperatore. — Andronico, meglio varrebbe che tu fossi galleggiante sullo Stige pel viaggio d’inferno, che di venirmi così a rapire l’amore del popolo.
Luc. Orgoglioso Saturnino, che ti opponi al bene che fare ti vorrebbe il buon Tito.....
Tit. Calmatevi, principe; l’amore del popolo non vi sarà tolto.
Bas. Andronico, io non ti sojo; ma ti onoro e ti onorerò finchè avrò vita. Se vuoi francheggiare le mie parti coi tuoi te ne sarò riconoscente, e la riconoscenza è una nobile e degna mercede per le anime generose.
Tit. Popolo romano, e voi, Tribuni del popolo, io chieggo i vostri voti e i vostri suffragi: volete accordarli ad Andronico?
Trib. Per ricompensare il pio Andronico, e festeggiare il suo ritorno in Roma, il popolo accetterà per imperatore quello che egli nominerà.
Tit. Tribuni, vi ringrazio, e chieggo che eleggiate all’impero il figlio primogenito del vostro ultimo principe, Saturnino, di cui le virtù rifletteranno gran splendore su Roma, e faran fiorir la giustizia. Se a me aderite, incoronatelo e gridate: viva il nostro imperatore!
Mar. Col suffragio, e fra i plausi unanimi della nazione dei patrizi e dei plebei, noi creiamo Saturnino sovrano di Roma, e gridiamo: lungamente viva il nostro imperatore!
(alto squillo di trombe)
Sat. Tito Andronico, per riconoscenza del tuo suffragio in questa elezione, ti porgo quei ringraziamenti che meritano i tuoi importanti servigi, e vuo’ abbia un compenso il tuo zelo generoso. Anzitutto, per illustrare il tuo nome e la tua onorata famiglia, farò di Lavinia tua figlia un’imperatrice, la farò sovrana di Roma e del mio cuore, e piglierolla a sposa nel Panteon sacro. Parla, Andronico; tale proposta ti allieta?
Tit. Altamente; ed onorato assai mi tengo di questa alleanza: onde qui al cospetto del popolo io consacro a Saturnino, signore e capo della Repubblica nostra e imperatore del mondo, la mia spada, il mio carro di trionfo e i miei captivi, presenti degni del sovrano di Roma. Degnatevi ricevere come un tributo ch’io vi debbo questi attestati della mia affezione per voi.
Sat. Ti ringrazio, nobile Tito, illustratore della mia esistenza. Roma vedrà quant’io sia superbo del tuo parentado e dei doni tuoi, cui se mi accadesse di obbliare, voi pure, Romani, vorrei sciolti da ogni sacramento di fedeltà verso di me.