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146 | il sogno di una notte d’estate |
pensino essi stessi, passar potranno per eccellenti attori. Ma ecco due nobili bestie, una luna e un leone. (entrano il Leone e il Chiaro-di-Luna)
Leon. «Belle donne, il di cui gentil cuore freme alla vista del più piccolo sorcio, voi potreste ora forse tremare, vedendo un leone feroce che viene per ruggire nella sua rabbia. Ma sappiate che io Snug legnaiuolo non sono nè un leon fello, nè una leonessa; perchè se fossi venuto qui come leone per contendere, avrei posta a gran rischio la mia vita».
Tes. Bestia gentile è questa, e di buona coscienza.
Dem. La miglior bestia ch’io mai contemplassi.
Lis. Questo leone è una vera volpe pel suo valore.
Tes. Ed è un’oca per la sua discrezione.
Dem. No, mio principe, perchè il valore non può guidare la prudenza, e la volpe guida l’oca.
Tes. La sua prudenza, ne son sicuro, non sa guidare il suo valore, perchè l’oca non conduce la volpe. Ma sta bene: lasciamolo alla sua prudenza, ed ascoltiam la luna.
Luna. «Questa lanterna rappresenta la luna e le sue corna: io sono un uomo che deve parere nella luna».
Tes. Ecco il maggiore errore d’ogni altro; l’uomo dovrebb’essere entro la lanterna? Che cosa intende egli di dire?
Dem. Che a lui non si attenda, ma solo si risguardi al moccolo che porta.
Ip. Cotesta luna mi dà noia: vorrei escisse qualcun altro.
Luna. «Questa lanterna rappresenta la luna e le sue corna».
Dem. Era meglio che quest’ultime se le fosse poste in testa.
Tes. Le sue corna sono invisibili e fuse nella circonferenza.
Lis. Seguita, luna.
Luna. Tutto ciò che mi rimane a dirvi è che questa lanterna è la luna; io un uomo nella luna; questo cespuglio di spine, il mio cespuglio di spine; e questo cane, il mio cane.
Dem. Tutte queste cose dovrebbero essere nella lanterna, perocchè tutte si vedono nella luna. (entra Tisbe)
Tis. «Quest’è la tomba di Ninny: dov’è il mio amante?»
Il Leone. «Uh.....» (il leone ruggisce e Tisbe corre via)
Dem. Ben ruggisti, leone.
Tes. Ben corresti, Tisbe.
Ip. Bene splendesti, luna. — In verità la luna splende con buona grazia.
Tes. A meraviglia imiti il sorcio, leone. (il Leone squarcia i veli di Tisbe ed esce)