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130 | il sogno di una notte d’estate |
non fareste così vile abuso dei sentimenti miei; ma è in parte il mio fallo: addio: la morte o la lontananza porranno in breve rimedio ad ogni cosa.
Lis. Fermati, gentil Elena: odi le mie scuse; mio amore, mia vita, mia anima, vaghissima Elena!
El. A meraviglia!
Er. Mio amico, non insultarla così.
Dem. Se ella nol può ottenere di buon grado, io vel posso costringere.
Lis. Tu non potresti forzarmivi, come Ermia non potrebbe ottenerlo pregando. Le tue minaccie non hanno maggior forza delle sue impotenti preghiere. — Elena, io ti adoro; sulla mia vita ti adoro; lo giuro su questa vita che perderò per te per convincer di menzogna chiunque osasse dire ch’io non ti amo.
Dem. Affermo ch’io ti amo di più ch’ei fare nol possa.
Lis. Se parli così, vieni in disparte, e provamelo.
Dem. Immantinente, andiamo...
Er. Lisandro, a che tende tutto ciò?
Lis. Via di qui, Etiopa.
Dem. No, no; non temete, ei finge di volersi sciogliere dalle vostre mani: su via, fate come se voleste seguirmi, e però non venite. Voi siete un uomo molto placido, codesto è inconcusso.
Lis. Lasciami, fanciulla impudica, vil creatura, lasciami libero, o ti caccierò da me come un serpente.
Er. Siete voi divenuto sì fiero? Qual mutamento istantaneo è questo, mio amore?
Lis. Tuo amore? Via di qui, nera Tartara: via di qui, oggetto di ribrezzo, pozione amara che mi commuove le viscere.
Er. Dite da senno?
El. Oh sì certo; come voi.
Lis. Demetrio, manterrò la mia parola con te.
Dem. Vorrei esserne sicuro, perocchè mi avveggo che un debole legame vi rattiene, nè affidar mi posso alle vostre promesse.
Lis. Che! debb’io ferirla, atterrarla, ucciderla? Sebbene io l’odii, non posso trattarla in tal guisa.
Er. E qual male maggiore di odiarmi, mi potete voi fare? Odiarmi, e perchè? Oh misera ch’io sono! Quale strano mutamento è questo, mio amore? Non sono io Ermia? Non siete voi Lisandro? Io son bella ora come fui nel passato: non è trascorsa che una notte dacchè mi amavate: non è che da una notte che lasciata mi avete. Perchè mi avete dunque lasciata?... Oh gli Dei nol vogliano! Mi abbandonaste veramente?