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110 il sogno di una notte d’estate


ATTO SECONDO



SCENA I.

Un bosco vicino ad Atene.

Una Fata entra da un lato e Puck dall’altro.

Puck. Ebbene, spirito, perchè vagate così?

Fat. Per colli e per valli, fra boschi e fra paludi, per parchi e giardini, fra i fuochi e le acque, erro per tutto all’avventura, con moto più dolce che non sia quello del globo della luna. Servo la regina delle fate annaffiando i suoi circoli magici sulla verzura: le più belle margherite educo a lei; le macchie rosse che voi vedete, sopra i biondi loro calici, sono i rubini, i gioielli delle fate: è in quelle macchie che si alimentano i loro succhi odoriferi. Convien ch’io vada a raccogliere alcune stille di rugiada, e che sospenda una perla sui petali d’ognuna di quelle margherite. Addio, spirito torbido, ti lascio; la nostra regina e tutti i suoi silfi saran qui fra un istante.

Puck. Il re farà qui i suoi balli questa notte: bada che la regina non si offra agli sguardi suoi; perocchè Oberon è assetato di vendetta, a cagione che ella con sè trascina un amabile fanciullo rapito al re dell’India. Non mai ella ebbe un garzoncello più caro; è il geloso Oberon vorrebbe rapirglielo per farlo de’ suoi e per correr seco le vaste foreste: ma ella il ritien suo malgrado, lo incorona di fiori e ne ricava ogni diletto. Dopo tale evento essi non s’incontrano più nei boschi, nei prati, accanto alle limpide fontane, e al chiaror delle fulgide stelle, che non contendano con tanto furore, che tutti i silfi si riparano nel spighe del grano e vi si nascondono per isgomento.

Fat. O erro sulla vostra forma e sul vostro contegno, o voi siete quel maligno spirito che si chiama Robin-Buon-Diavolo. Siete voi quello? Non siete voi che spaventate le fanciulle del villaggio, che sfiorate il latte, che impedite al butirro di coagularsi, e cruciate la massaia stanca di batterlo invano, che dirompete le vele al mulino e vietate al lievito di fermentare? Non siete voi che fate smarrire i viaggiatori durante la notte e ridete delle loro ambascie? Non siete voi infine quello che a chi vi