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104 il sogno di una notte d’estate

voi, Egeo, seguiteci. Debbo affidarvi un ufficio riguardante il nostro matrimonio, e conferire con voi sopra un soggetto che al pari di me v’interessa.

Eg. Con piacere e rispetto noi vi seguitiamo. (Escono Tes., Ip., Eg., Dem., e seguaci)

Lis. Ebbene, mio amore? Perchè siete sì pallida? Qual cagione ha sì tosto appassite le rose del vostro volto?

Er. Facilmente la mancanza di rugiada, che pur potrei prodigare, giovandomi delle nubi de’ miei occhi.

Lis. Oimè! per tutto quello che ho potuto leggere nelle istorie, e che ho inteso narrare, il corso degli amori sinceri non fu mai senza torbidi e tempeste. Ma ora gli ostacoli procedono dalla differenza delle condizioni

Er. Gran sorgente di mali è la disuguaglianza nell’amore.

Lis. Una diversità di anni...

Er. Peggio è ancora che l’autunno sia unito alla primavera.

Lis. Ora una scelta forzata dalle cieche brame d’amici imprudenti...

Er. Infernal cosa scegliere l’oggetto dei proprii amori cogli occhi altrui.

Lis. O se si trova dolcezza nella scelta, la guerra, la morte o i mali vengono ad annullarla; la felicità dell’amore passa come un suono, scompare come un’ombra, non dura che l’istante di un sogno, svanisce come il lampo in una notte tenebrosa, che in un volger d’occhi rischiara il cielo e la terra; e prima che alcuno abbia avuto il tempo di dire, mirate! le tenebre l’hanno inghiottito; tanto tutto ciò che è splendido e glorioso cade rapidamente nel desolante caos!

Er. Se i veri amanti son sempre stati attraversati, ed è legge stabilita dal destino, apprendete dunque a subirla con pazienza, poichè è una sciagura ordinaria e così inevitabile, come i pensieri, i sogni, i sospiri, i desiderii e le lagrime sono inseparabili da un cuore tocco dal mal d’amore.

Lis. Prudente e savio consiglio! Ascoltami dunque, Ermia: ho una zia che è vedova, ricca e senza figliuoli. La sua casa è lontana da Atene sette leghe; ed ella me riguarda ed ama come unico erede suo. Colà, Ermia, posso sposarti, senza che la dura legge d’Atene me lo divieti. Se mi ami, fuggi dalla casa di tuo padre, dimani durante la notte; e in quel bosco a una lega dalla città, dove ti trovai una volta con Elena, mentre andavate a porgere il vostro culto annuale alla prima aurora di maggio, ti prometto di aspettarti.