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nota 97

mirabili espressioni, comechè poche, che fanno conoscere il celeste suo animo. Non v’è che Antigone, a cui si possa paragonare. Vi fu chi disse che la morte sua faceva inorridire, e quindi allorchè si rappresenta in Inghilterra questo dramma, Cordelia compare alla fine felice e trionfante. Ma io confesso di non comprendere quale idea si facciano alcuni dell’arte drammatica e della concatenazione delle parti di un’opera, quando credono di potere a lor senno acconciare due scioglimenti alla medesima composizione. Dopo che Lear ha sopportato tanti mali, non v’è più che il dolore di perdere Cordella, che possa farlo morire in modo tragico; e se egli viene rimesso nel suo primo stato, il dramma non ha più senso. Nel disegno di Shakspeare tutti i colpevoli sono puniti, perchè il malvagio corre incontro alla propria rovina; ma i soccorsi della virtù giungono troppo tardi o sono insufficienti contro l’operosa sagacità del vizio. I personaggi non hanno che una fede oscillante nella giustizia degli Dei, e quale esser doveva presso ai pagani; e il poeta ci dimostra che quella fede, per esser ben consolidata, deve estendersi sopra uno spazio più vasto della corta vita degli uomini.....»


(Schlegel, Corso di lett. dramm.)