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udire quanto vengo a narrarvi. Sebbene a voi ignoto, io vi conosco assai, e temo che qualche gran pericolo ora ti minacci. Se volete seguire il consiglio d’un uomo rozzo, ma sincero, fuggite, fuggite tosto da questi luoghi, e portate con voi i piccoli vostri figli. Il Cielo vi protegga! Non ardisco fermarmi di più!

(esce)

Lady Macd. Perchè dovrei fuggire? Io non offesi mai alcuno. Ah! in questo basso mondo, in cui scorro la vita, il nuocere è spesso lodevole; il far bene, o il non nuocere, sconsigliata follia. Perchè dunque ora, oime! debbo io tener pronta quella femminea difesa: Non ho fatto nulla? — Ma chi sono costoro?

(entrano vari assassini)

Assassino. Dov’è vostro marito?

Lady Macd. Spero in parte non tanto maladetta da andargli incontro un uomo come sei tu.

Assassino. È un traditore!

Fanciullo. Menti per la gola, infame scellerato.

Assassino (dando alcune pugnalate al fanciullo). Che ardisci tu dire, stirpe di traditore?

Fanciullo. Egli mi ha ucciso... oh madre mia!... salvatevi, ve ne scongiuro...

(Lady Macd. esce gridando, e inseguita dagli assassini).

SCENA II.
Inghilterra. — Una stanza del regio palazzo.
Entrano Malcolm e Macduff.

Malcolm. Corriamo a nasconderci in qualche ospizio solitario, ed ivi solleviamo col pianto le nostre anime addolorate.

Macduff. No; imbrandiamo piuttosto la spada vendicatrice, e da valorosi esoriamo le ombre di mille vittime innocenti. Ogni mattino nuovi orfani e nuove vedove empiano l’aere de’ loro gridi; ogni giorno nuovi gemiti feriscono il cielo, che dalle echeggianti sue volte ne risponde, come se avesse pietà dei mali della Scozia, o volesse diffonder per l’universo gli accenti del suo dolore.

Malcolm. Deplorerò in silenzio i mali del mio paese, aspettando l’occasione in cui mi sia concesso di vendicarli. Tutto ciò che voi raccontato mi avete potrebb’esser vero; nondimeno il tiranno, di cui oggi il solo nome contamina la lingua di colui che lo pronunzia, fu un tempo creduto virtuoso; e voi lo avete tene-