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332 antonio e cleopatra


Seg. Severamente, signore.

Ant. Gridò? Chiese grazia?

Seg. Chiese, signore.

Ant. Se tuo padre vive ancora, gli dorrà di non aver avuto una figlia in vece tua. Pentiti di aver seguito Cesare ne’ suoi trionfi; perocchè ciò ti ha fruttato il castigo che hai subito. Oramai la sola vista della bella mano di una donna ti empia di terrore, nè ti dia baldanza per arrestarvi gli occhi sopra. — Ritorna dal tuo Cesare, e narragli ciò che qui avesti. Vedi, e non dissimularglielo, a qual punto mi irrita. Egli ostenta orgoglio, disprezzo, e mi considera quale sono, senza ricordarsi di ciò che fui, mi infiamma alla collera, e nelle circostanze in cui sto, mi sento più irascibile, avvegnachè la stella fortunata, che guidava i miei destini, si sia eclissata per sempre e mostri ora i suoi fuochi negli abissi d’inferno. Se il mio linguaggio e quel che ho fatto gli spiace, digli che Ipparco, mio liberto, è in suo potere, ch’ei può a suo senno farlo cruciare o perire per vendicarsi del mio insulto. Tu stesso incitalo a tal vendetta: su, parti; va e mostragli sul tuo corpo i lividi della sferza. (esce Tireo)

Cleop. Siete ora pago?

Ant. Ah! l’astro delle mie notti è offuscato; il suo splendore estinto. Questo solo presagio annunzia la caduta d’Antonio.

Cleop. (a parte) Convien ch’io dissimuli.

Ant. Volete dunque, per far la corte a Cesare, accarezzare con amoroso sguardo il più vile dei suoi schiavi?

Cleop. Non mi conoscete voi ancora?

Ant. Un’anima di ghiaccio avete per me?

Cleop. Ah, mio amore, se questo è vero, il Cielo dal mio cuore di ghiaccio ingeneri una tempesta, e avveleni tutte le sorgenti della mia vita, e m’incenerisca col primo folgore che nella sua ira scaglierà! Cesarione1 quindi colpisca, e tutti i teneri frutti delle mie viscere; e con essi i miei valenti Egiziani si giaciano senza tomba, preda degli insetti, e dei serpenti del Nilo.

Ant. Son pago. Cesare pensa stabilirsi in Alessandria, dove mi opporrò al suo fato. Le nostre schiere di terra rimasero ferme, e si comportarono con valore. La nostra flotta dispersa ha raccolti i suoi vascelli, e voga di nuovo sotto aspetto minaccioso. — Oh cuor mio, dove eri tu? Odi, Cleopatra. S’io ritorno anche una volta dal campo, per baciare questa bocca ineb-

  1. Cesarione, figlio di Cleopatra e di Giulio Cesare, fu dato dal suo precettore ad Ottavio che lo fece morire.