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330 antonio e cleopatra


Cleop. Oh!

Tir. Perciò compiange le ferite fatte al vostro onore, e le reputa una sventura della necessità, che non meritavate.

Cleop. Cesare è un dio che sa discoprire la verità; il mio onore non ha ceduto per affetto, è stato conquiso per forza.

Enob. (a parte) Per assicurarmi di questo fatto lo chiederò ad Antonio. — Oh mio signore, mio signore! Eccoti ora come un vascello crivellato da tutte le parti: convien che t’abbandoni al naufragio: anche la tua più tenera amica ti ripudia.     (esce)

Tir. Mi direte qual è la vostra inchiesta per Cesare? Egli desidera che gli si dimandino grazie, onde possa aver il piacere di accordarle. Egli sarebbe pago se faceste della sua fortuna puntello alla vostra. Ma quello che avviverebbe anche di più il suo zelo per voi sarebbe il sapere da me, che avete abbandonato Antonio, e che rifuggita vi siete sotto il mantello di lui, universale signore.

Cleop. Qual è il vostro nome?

Tir. Il mio nome è Tireo.

Cleop. Gentilissimo ambasciatore, reca al gran Cesare questa risposta; (baciandogli la mano) di’ al tuo signore che bacio, nella tua, la sua mano vittoriosa, che son presta a deporre la mia corona ai suoi piedi, e a rendergli omaggio in ginocchio. Digli che aspetto che la sua voce sovrana, a cui tutto obbedisce, pronunzi sui destini d’Egitto.

Tir. Prendete il partito più onorevole per voi. Allorchè la prudenza e la fortuna vengono in lotta, se la prima non osa che ciò che può, nessun avvenimento le tutelerà il successo. — Accordatemi il favore di riempiere un mio dovere verso la vostra mano.

Cleop. Più di una volta il padre del vostro Cesare, per riposarsi da’ suoi disegni di conquiste, premè colle sue labbra questa povera mano, e la coprì con una pioggia di baci.

(rientra Antonio ed Enobarbo)

Ant. Ottiene favori!... il tuo fulmine, o Giove! — Chi sei tu, miserabile?

Tir. Un uomo che eseguisce gli ordini del più potente dei mortali e del signore più degno di essere obbedito.

Enob. Sarai frustato.

Ant. Avvicinatevi... e tu nibbio!... Ora Dei, e Diavoli... l’autorità svanisce intorno a me; e non ha molto ad un mio solo cenno i re si affoltavano gli uni dietro gli altri, come studenti in una rissa, gridando: qual è il voler vostro? Non avete voi