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atto secondo 295


Enob. E dall’altro lato vien Cesare.     (entrano Cesare, Mecenate e Agrippa)

Ant. Se possiamo comporci, andrem contro i Parti. — Odi Ventidio. —

Ces. Non lo so, Mecenate; chiedilo ad Agrippa.

Lep. Nobili amici, non v’è oggetto più grande di quello che ci raduna, e cause leggere non debbono rompere la nostra unione. I rimproveri del passato si denno espor con moderazione; che se noi intorbidiamo col cruccio la discussione delle nostre lievi bisogne, squarcieremo le nostre ferite, anzichè cicatrizzarle; onde, illustri colleghi, ve ne supplico ardentemente, esponete coi termini più dolci le vostre più amare lagnanze, e non aggravate con parole offenditrici i motivi delle vostre contese.

Ant. Bene ha parlato; se i nostri eserciti fossero in presenza l’un dell’altro, e in procinto di battaglia, io farei come egli dice.

Ces. Siate il benvenuto in Roma.

Ant. Vi ringrazio.

Ces. Sedete.

Ant. Sedete voi, signore.

Ces. No, allora...

Ant. So che prendete in cattiva parte cose che non debbono essere malignamente interpretate, o che, quali che si siano, non vi risguardano.

Ces. Sarei stolto, se mi credessi offeso senza ragione, e sopratutto offeso da voi; più stolto ancora se il vostro nome m’uscisse di bocca con un rimprovero per cosa, in cui non avrei alcun vantaggio.

Ant. Che vi caleva, Cesare, del mio soggiorno in Egitto?

Ces. Non più di quello che il mio in Roma potesse svegliare l’interesse vostro; se però in seno dell’Egitto non seminavate torbidi, che attirar potessero la mia attenzione.

Ant. Che volete dire con ciò?

Ces. Potreste facilmente divinarlo da quanto è accaduto; vostra moglie e vostro fratello han prese le armi contro di me, e voi eravate il pretesto della loro guerra; essi si sono valsi del vostro nome per farla.

Ant. Errate con tal rimprovero. Non mai mio fratello usò il mio nome in questa guerra, istrutto ne sono, e la mia certezza è basata sui racconti di quei medesimi che combattevano per voi. Non ledeva egli ugualmente la mia autorità, come la vostra? Non era palese che la guerra, che vi avea dichiarata, offendeva me come voi? L’impotenza di trovar buoni argomenti vi fa