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atto quarto 253

cavalli romani in procinto d’avventarsi a sanguinosissima pugna, vogliano gittare il tempo guardando a noi, e interrogandoci sul luogo onde siamo venuti?

Bel. Oh troppo io sono noto a molti ufficiali dell’esercito! Tanti anni trascorsi dacchè io non aveva veduto Cloten, allora affatto giovinetto, non poterono, lo scorgeste, cancellare dalla mia memoria i suoi lineamenti. D’altra parte il re non ha meritato che io lo servissi, nè che voi lo amaste: il mio esilio vi ha privati di educazione, vi ha condannati a questa vita di stenti, senza alcuna speranza di godere gli agi che i vostri natali vi promettevano, egualmente esposti al cocente ardore della state ed al crudo rigore degli aquiloni.

Guid. Meglio è cessar di vivere, che continuare così. Di grazia, signore, andiamo a raggiungere l’esercito: mio fratello ed io non vi siamo conosciuti; e voi adesso tanto lontano dal pensiero degli uomini, e così cangiato dall’età, è impossibile che vi siate osservato.

Arv. Per questo sole che ci illumina, io me ne vado! Quale vergogna non è per me il non aver mai veduto morire un uomo? Appena io ho visto scorrere il sangue de’ timidi rettili e dei lascivi capriuoli; nè son mai salito sopra un cavallo in guerra. Restando sì a lungo oscuro e inonorato, arrossisco di levar gli occhi a questo augusto sole, e di godere i benefìci suoi raggi.

Guid. Pel Cielo che io pure me ne andrò! Signore, se benedir volete alla mia partenza, rispondo del mio avvenire; ma se non vi consentite, faccia la romana spada cadere sul mio capo la pena dovuta alla mia contumacia!

Arv. Accetto il voto, ed io pure lo ripeto.

Bel. Poichè sì poco avete in cale i vostri giorni, io non ho ragione per serbare ad altri guai una vita che è già presso al suo termine; io dunque, giovani, vi accompagno. Se il vostro destino è di morire per la patria, tale sarà anche il mio; e già da gran tempo anelo a quel riposo. Guidatemi, andiamo; le ore mi paiono eterne. (a parte) Il loro sangue, bollente di sdegno, arde del desiderio di espandersi, e di attestare la regale sua origine.     (escono)