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cimbelino 235


Pis. Oh mio nobile principe!

Clot. Nobile scellerato! dimmi, dov’è la tua signora? Parla..., non adulazioni... parla; o il tuo silenzio segnerà sull’istante la tua condanna.

Pis. Ebbene, signore, in questo scritto troverete tutto quello che mi è noto intorno alla sua fuga. (presentandogli una lettera)

Clot. Vediamo: la perseguiterò fino al trono d’Augusto.

Pis. (a parte) O cedere, o morire: ma essa è abbastanza lontana, perch’ei possa correre sulle sue orme senza cagionarle verun pericolo.

Clot. (leggendo) Ah!

Pis. (a parte) Scriverò al mio signore che è morta. Oh Imogène! possa tu esulare senza sventure, e un dì tornar felice nella tua patria!

Clot. Iniquo! dice questa lettera il vero?

Pis. Almeno lo credo, principe.

Clot. Essa è di mano di Postumo; lo conosco. — Sciagurato! se tu non volessi essere traditore, ma fedelmente servirmi, porre tutto il tuo ingegno in quello che io ti commettessi, compiere ogni più infame opera che al tuo senno affidassi, allora ti crederei uomo dabbene; e tu non mancheresti nè di danaro per vivere, nè di suffragi per divenire potente.

Pis. Ebbene, mio buon signore?

Clot. Vuoi tu servirmi? Giacchè sei suscettibile di riconoscenza, e con tanta costanza e pazienza ti attieni alla misera fortuna di quel vile Postumo, a più gran ragione appigliar ti dovresti da fido servitore alla mia. Parla, vuoi servirmi?

Pis. Lo voglio.

Clot. Dammi la mano: eccoti la mia borsa. — Conservi tu ancora alcuno degli abiti del tuo antico signore?

Pis. Sì, Principe: a casa mia serbo quell’abito medesimo ch’egli vestiva il giorno del suo congedo dalla principessa.

Clot. Dàllo a me: sia questo il tuo primo servigio; incomincia da ciò.

Pis. Sarà fatto, mio signore.                                   (esce)

Clot. Per incontrarti al porto di Milford... Ma ho dimenticato di domandargli una cosa: me ne ricorderò fra poco. — In quel luogo, sì, in quello io vuo’ ucciderti, vilissimo Postumo! Perchè non ho già in mia mano quell’abito? Un giorno ella diceva (amara me ne ritorna la ricordanza e mi dilania il cuore), ella diceva d’avere in maggior pregio il più logoro de’ vestimenti di Postumo, che non tutta la mia nobile persona. Ora, vestito di