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atto terzo 225

di Galles possiede quel porto. — Ma anzi tutto, come partire di qui? come velare la nostra assenza? Ah! prima pensiamo a fuggire, poi alla scusa. — Di grazia, quante ventine di miglia potremo noi percorrere in un’ora?

Pis. Una ventina dal tramontare al sorgere del sole: questo, o signora, è abbastanza per voi, e forse troppo.

Imog. Oh! un infelice che s’incamminasse al patibolo, non potrebbe andare più lento. Ho sentito parlare di coppie di cavalli più lievi e rapide al corso, che i granelli di sabbia de’ nostri oriuoli; ma erano certo racconti favolosi. — Va; di’ alla mia ancella che simuli una infermità, che mostri desiderio di recarsi a veder suo padre; e apprestami intanto un abito da viaggio, semplice come quello della moglie di un onesto colono.

Pis. Signora, pensate...

Imog. Veggo la strada che mi sta innanzi, Pisanio: nè posso o voglio veder nulla di più; i miei occhi sono chiusi ad ogni altro oggetto. Affrettiamoci, te ne prego; fa quello che ti ho imposto; null’altro a dir mi rimane; non conosco, non ho davanti a me che il cammino che conduce a Milford.     (escono).

SCENA III.

Il paese di Galles.

Luoghi alpestri; dinanzi una caverna, da cui escono Belario, Guiderio e Arvirago.

Bel. Oh qual bel giorno! esso non deve lasciarsi trascorrere sotto un tetto basso com’è il nostro. Fermatevi, giovani; e inginocchiatevi per compiere il vostro uffizio mattutino: questa porta v’insegna come si adori il Cielo: le soglie dei monarchi hanno volte sì elevate, che possono passarvi sotto empissimi giganti tenendo il turbante sulle loro teste insolenti, senza far omaggio al sole. Salute a te, bellissimo Cielo! noi non abitiamo che fra le roccie; ma non siamo verso di te ingrati, come i potenti della terra.

Guid. Salute, o Cielo!

Arv. Bel Cielo, salute!

Bel. Andiamo a’ nostri diporti: correte, e superate quell’alta montagna. Le vostre gambe sono giovani: io procederò per il piano; e quando da quell’altura mi scorgerete piccolo come un uccello, riandate allora colla memoria tutto ciò che vi ho narrato delle corti, dei principi, e degli intrighi delle grandi città, dove