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atto quinto 185

obbedire ai vostri ordini. Vi debbe essere noto che ho cominciata l’impresa con buon successo, e che ho condotto l’esercito per via sanguinosa sino alle porte di Roma. Le spoglie che qui riportiamo vi compensano ampiamente delle spese sostenute. Abbiamo fatta una pace tanto onorevole per Anzio, quanto ignominiosa per l’eterna città. Eccovene il trattato, e gli articoli han la firma dei Consoli, dei Patrizi e del Senato.

Auf. Nol leggete, nobili Padri; ma rispondete al traditore, che egli ha abusato del potere eccessivo che gli avevate conferito.

Marz. Traditore! che ascolto!

Auf. Sì, traditore: Marzio è un traditore.

Marz. Marzio!!!

Auf. Marzio, Caio Marzio. Credi tu ch’io ti farò l’onore di chiamarti col nome che carpisti in Corioli? Furto fu quello, nè tu l’hai meritato. Udite la mia voce, Senatori e Capi di questo Stato; egli ha tradito vilmente i vostri interessi; e ceduto per alcune lagrime Roma, ch’era vostra. Vostra ell’era; e data fu da lui a sua moglie e a sua madre. Così ruppe egli i proprii giuramenti, e senz’adunare alcun consiglio di guerra, alla vista dei vani gemiti della sua nutrice, e dei clamori di alcune femmine, rinunziò ad una vittoria, ch’era vostra, con una debolezza che ha fatto arrossire per lui gli ultimi dell’esercito; mentre gli uomini coraggiosi si guardavano l’un coll’altro confusi di stupore.

Marz. Marte, l’odi tu?

Auf. Non nominare quel Dio; tu, fanciullo pusillanime, che fosti vinto da poche lagrime.

Marz. Ah Dei!

Auf. Sì, un fanciullo sei, e null’altro.

Marz. Vil mentitore, tu mi empi il seno d’una rabbia ch’esso non può più contenere. Io un fanciullo? Oh turpe schiavo!.... Perdonate, illustri Senatori; è la prima volta che ho conteso con parole. Il vostro giudizio, venerandi Padri, debbe smentire quell’abbietto; ed ei, che porta sul suo corpo le impronte del mio valore, vestigie vergognose che lo seguiranno fino al sepolcro, sarà smentito da voi.

Pad. Silenzio entrambi, e uditemi parlare.

Marz. Straziatemi, Volsci; immergetemi i vostri pugnali nel cuore... Fanciullo! Vile! Se scritti avete con verità gli annali della vostra storia, fu a Corioli che, simile ad un aquila piombante sopra uno sciame di colombi, io posi in rotta il vostro popolo: io solo lo dispersi.

Auf. Perchè, illustri padri, soffrirete ch’ei vi rammenti una