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coriolano — atto quinto | 173 |
Tribuni, siete le erbe malefiche del campo infetto, e per cagion vostra sarem tutti arsi.
Sic. In grazia, siate pazienti. Se ne rifiutate il vostro aiuto in così dolorosa estremità, non ci rimproverate almeno la nostra cruda disavventura. No, non ne dubito, se voleste difender la causa della vostra patria, la vostra eloquenza, meglio dell’esercito che potremmo sì frettolosamente ragunare, arresterebbe il nostro concittadino.
Men. In ciò io non entrerò.
Sic. Vi prego, andate da lui.
Men. Che vi farei?
Br. Prova soltanto di quel che possa il vostro amore per Roma con Marzio.
Men. Bene; e tornerei per dirvi che Marzio m’ha rimandato, come rimandò Cominio, senza volermi ascoltare. E che avrei conseguito con ciò, se non di rieder confuso come un amico reietto dall’amico, e compreso di dolore per la sua cruda indifferenza? perocchè è certo che ciò accadrà.
Sic. Il vostro buon volere meriterà almeno gli omaggi di Roma; e la vostra patria misurerà la sua riconoscenza da tutto il bene che avrete voluto farle.
Men. Ebbene, andrò: credo ch’ei mi ascolterà. Nullameno il sapere come si mordeva le labbra, e mormorava fra i denti senza rispondere al buon Cominio, non m’è di stimolo. — Pure giurerei che era sfavorevole quel momento... che digiuno egli era... Il mattino, quando il sangue raffreddato non inturgidisce più le nostre vene, noi siam rigidi e duri, ed incapaci d’opere generose; ma allorquando un novello sangue circola con più forza e calore, allora, animata dallo spirito divino, l’anima divien più pieghevole e più tenera. Aspetterò, per indirizzargli la mia preghiera, il momento che seguirà il suo banchetto; e allora investirò il suo cuore.
Br. Troppo conoscete il cammino di quello, per ismarrire nella via.
Men. Ve lo prometto, lo tenterò; avvenga che vuole. Fra poco saprò il mio successo. (esce)
Com. Coriolano non vorrà intenderlo.
Sic. No?
Com. Dicovi ch’egli è fra la pompa della grandezza; che il suo occhio è infiammato come se volesse incenerir Roma. La memoria dell’offesa gli chiude il cuore alla pietà. Mi sono inginocchiato innanzi a lui, e appena con debil voce mi ha detto: Alzatevi. Così m’accommiatò, presentandomi la mano con austero cipiglio.