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164 coriolano

casa. Dio della guerra, io t’ammonisco che abbiamo un esercito in piedi, e ch’io m’era determinato anche una volta a tentar di strapparti lo scudo, o a perdere il mio braccio. Dodici volte tu mi vincesti; e di poi nelle mie notti non ho sognato che combattimenti corpo a corpo contro di te. Sovente ci siamo entrambi atterrati, cercando di rapirci gli elmi, e afferrandoci l’un l’altro per la gola; ma, quando mi svegliava, sentivami esausto di forze per un vano sogno. Prode Marzio, quand’anche non avessimo altro motivo di contesa con Roma, che l’ingiustizia d’averti bandito, faremmo armar tutti i Volsci dall’età dei dodici fino a quella dei settant’anni; e recando la guerra fin nelle viscere dell’ingrata città, l’inonderemmo di soldati, come torrente che ha rotte le ripe. Oh vieni! avanzati, e ricevi la mano dei nostri Senatori; in essi troverai nobili amici. Essi qui stavano per prender congedo da me, che in procinto era di marciare, non contro Roma ancora, ma contro il suo territorio.

Marz. Dei, voi mi fate felice!

Auf. Ora, prode Marzio, se vuoi assumerti di compier solo le tue vendette, prendi la metà del comando; tu conosci la forza e la debolezza del tuo paese; scegli e dirigi i tuoi attacchi e il tuo cammino, coi tuoi lumi e la tua esperienza. Deciderai tu stesso, se meglio convenga l’indirizzarti subitamente a Roma, o l’investirla nelle sue parti lontane; se spaventarla convenga, prima di distruggerla. Ma entra con noi nella sala del banchetto; lascia ch’io ti presenti ad uomini che inchinevoli avrai ad ogni tuo volere. Sii mille e mille volte il benvenuto! Più amico ti sono che mai nemico non fossi; e nullameno nemico molto io ti era. Dammi la tua mano; l’accolgo con diletto!     (escono)

Dom. (avanzandosi) Strano mutamento!

Dom. In fede, che per poco nol battei! ma certo presentimento mi tratteneva, e mi avvertiva che gli abiti suoi non dicevano la verità.

Dom. Che braccio ha colui! Ei mi capovolse con due dita, come si gira un paleo.

Dom. Ben m’accorsi che in lui era qualcosa... egli aveva una specie di volto... che io non saprei come descrìvere.

Dom. Ben dici: era in lui uno sguardo... vedeva dalla sua fisonomia, ch’era più che non sembrava.

Dom. Così faceva io; e avrei giurato ch’era l’uomo più straordinario di questo mondo.

Dom. Ciò penso io pure; ma un soldato maggiore di lui tu lo conosci.