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atto primo 43

Banquo, tu non meno hai meritato della benevolenza nostra: vieni fra le mie braccia; qui contro al mio cuore.

Banquo. Se le azioni mie regnano in questo cuore, qual messo di lieti eventi non raccoglierò io?

Duncano. La mia gioia è al colmo, e invano presagi funesti insorgerebbero per intenebrarla. Figli, amici, valorosi Thani, e voi che sedete qui dappresso al mio trono, sappiate ch’è nostro intendimento il trasmettere fin d’oggi la nostra corona a Malcolm, il primo nato mio, che riguarderete di qui innanzi come principe di Cumberlandia. Nè questo titolo sarà il solo che oggi accordiamo; onde siatene lieti voi tutti, che ben meritaste della patria. (a Macbeth) Ora, Macbeth, partiamo per Inverness, ove i nodi dell’amistà nostra vieppiù si stringeranno.

Macbeth. Il riposo è fatica per me, quando io non servo la Maestà Vostra; sarò io stesso quindi il messaggiero che arrecherà alla mia sposa la lieta novella della vostra venuta... Permettetemi che vi preceda.

Duncano. Mio degno Cawdor!

Macbeth (a parte). Malcolm principe di Cumberlandia! Nuovo re terribile intoppo che varcar convienmi, o morire, poichè sulla mia via egli sta. Stelle, nascondete i vostri fuochi! la luce vostra non risplenda sugli orridi e ineluttabili miei desiri! gli occhi miei non veggano le mie mani....! Ma si compia (con crescente forza), si compia l’atto che i miei occhi fremerebbero di contemplare.                                    (esce)

Duncano. È vero, mio Banquo; colui è un guerriero d’un valore straordinario; e l’anima mia è lieta di encomiarlo. Andiamo sulle sue orme; andiamo a godere delle feste che questo generoso parente, che questo suddito fedele ci apparecchia.

(suon di trombe; escono)


SCENA V.

Inverness. — Una camera nel castello di Macbeth.

Entra lady Macbeth leggendo una lettera.


Lady Macb. «...Esse mi si fecero incontro il giorno stesso della mia vittoria, ed ho scoperto dipoi, che v’hanno in loro soprannaturali potenze. Mentre io ardeva del desiderio di vieppiù interrogarle, svanivanmi davanti. Mentre stava ancora compreso di meraviglia per le udite cose, vennero nunzii regi che mi salutarono Thane di Cawdor; col cui nome poco prima le nere Streghe mi